Pensioni, salta quota 41 per tutti: nel 2024 il governo dovrebbe puntare a una proroga delle misure ponte, come quota 103, opzione donna e Ape sociale allargata. Sono queste le previsioni che si prospettano per la riforma previdenziale in attesa di scenari migliori dal punto di vista della spesa pubblica.
La misura cavallo di battaglia della Lega di Matteo Salvini non dovrebbe trovare spazio nella prossima Manovra. Invece, si prospetta una proroga della quota 103, unita al prolungamento dell’opzione donna e della conferma dell’Ape sociale. Su quest’ultima misura il governo potrebbe intervenire maggiormente allargando il numero delle mansioni faticose e usuranti con accesso alla pensione anticipata a 63 anni di età.
Pensioni, salta quota 41 per tutti: si cercano risorse per gli aumenti degli assegni all’inflazione
Molto probabilmente non si farà la versione integrale delle pensioni anticipate a quota 41, senza vincoli e nemmeno età da rispettare. La misura, libera da tutti i paletti, costerebbe eccessivamente per la finanza statale e dovrebbe essere rimandata a periodi migliori.
Nella legge di Bilancio 2024 il governo dovrebbe puntare tra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro di risorse al capitolo pensioni, al netto dei fondi da trovare per l’indicizzazione degli assegni. Per quest’ultimo capitolo di spesa, la cifra è elevata: non si tratterà di coprire l’alta inflazione di un anno fa (pari al 7,3%, con dato definitivo dell’8,1%), ma un aumento dei prezzi che arriva quest’anno comunque intorno al 6 per cento.
In più vanno trovate le risorse per confermare gli aumenti delle pensioni minime a 600 euro per i percettori di almeno 75 anni di età.
Pensioni, salta quota 41: interventi ponte su opzione donna e Ape sociale
A fronte di questi paletti, la riforma delle pensioni del prossimo autunno potrà contare su misure ponte, di bassa intensità in termini di impatto sulle uscite, e non costose. A partire dalla quota 103 che dovrebbe essere confermata per tutto il 2024, dato che terminerà il periodo di sperimentazione il 31 dicembre prossimo.
Per quanto riguarda le lavoratrici, il governo dovrà provvedere alla proroga, ancora per un anno, di opzione donna. Anche per questa misura si attendono degli aggiustamenti nel sistema di uscita che potrebbe prevedere un’età massima di 60 anni e requisiti simili a quelli dell’Ape sociale.
Ape sociale, nel 2024 in aumento i lavori gravosi
Proprio su quest’ultima misura di pensione, l’Ape sociale, il governo dovrebbe puntare molte delle sue carte per le uscite anticipate del 2024. L’anticipo pensionistico, ormai in vigore dal 2017, è stato rivisto in più occasioni e anche per il prossimo anno si annunciano novità. La misura dovrebbe essere potenziata con nuovi lavori che dovrebbero essere inseriti tra i faticosi e gravosi.
In questo modo, si permetterebbe a una più ampia platea di uscire dal lavoro all’età di 63 anni unitamente a 36 anni di contributi, se non si è disoccupati, caregiver o invalidi al 74 per cento. Le attuali categorie dei lavoratori impiegati in mansioni gravose sono pari a 23, all’interno delle quali è necessario inquadrare il proprio mestiere nei codici Ateco dell’Istat.
Pensioni giovani, si cercano soluzioni ai buchi contributivi
Rimane in piedi la questione delle pensioni dei giovani. Allo stato attuale, c’è preoccupazione per le future generazioni i cui contributi sono contrassegnati da periodi di sospensione per perdita di lavoro. Sono previsti ancora due incontri al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di Marina Elvira Calderone alla presenza dei sindacati e dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale.
Molto di più sulle mosse del governo sui giovani si saprà al termine dei tavoli del 5 settembre (all’interno del quale si parlerà dei lavori gravosi delle donne) e del 18 settembre. È possibile che l’esecutivo adotti delle misure da implementare negli anni successivi proprio intervenendo sui buchi contributivi e, in seconda battuta, sulle pensioni integrative.