Una baby gang ha preso d’assalto il Policlinico Giaccone di Palermo, ennesimo episodio di vandalismo e violenza associati a un fenomeno che non conosce battute d’arresto e diventa giorno dopo giorno più preoccupante nel nostro paese.

Baby gang vandalizzano il Policlinico Giaccone di Palermo, danni alla hall dell’ospedale

Ci risiamo. Ancora una volta una banda di giovani e giovanissimi crea scompiglio e mette in difficoltà istituzioni e società, con il fenomeno delle baby gang che appare sempre più difficile da decifrare e ancor più complicato da sgominare.

Dopo gli episodi recenti di Taranto e Bari, ora è la volta di Palermo, dove una banda di ragazzini ha preso d’assalto il Policlinico Giaccone, sotto gli occhi delle telecamere di sorveglianza. I giovani, ragazzi e ragazze, hanno fatto irruzione nel Dipartimento di Medicina in Piazza delle Cliniche, distruggendo i vetri della hall, prima di essere costretti alla fuga dall’intervento di alcuni pazienti del nosocomio.

Il Commissario del Policlinico: “Danni gravi anche al servizio sanitario, serve più controllo”

L’ospedale ha sporto immediatamente denuncia per i danni subiti.
Tra l’altro, l’episodio arriva a poche ore di distanza dal tentativo di furto avvenuto nella notte tra lunedì 21 e martedì 22 agosto, nel reparto di Anatomia Umana, già colpito il mese scorso da un furto di computer.

A commentare queste vicende è intervenuto Maurizio Montalbano, commissario del Policlinico Giaccone, che denuncia la “deriva sociale e culturale della nostra società” rappresentata dai comportamenti delinquenziali di queste bande giovanili fuori controllo. L’unica risposta a queste vicende, secondo Montalbano, è un maggiore controllo del territorio.

“In questo contesto servono interventi decisi e fermi e sanzioni esemplari. Per le azioni delittuose perpetrate ai danni del Policlinico che oltre a determinare danni patrimoniali all’Azienda, implicano nocumento all’attività assistenziale, frequentemente interrotta o soggetta ad incolpevoli ritardi a causa dei fatti descritti, oltre che a mettere a rischio i pazienti e gli operatori sanitari, chiediamo un maggiore controllo del territorio“.

Serve anche, aggiungiamo, una società e una politica che mettano di fronte a questi ragazzi provenienti, probabilmente, da situazioni complicate, un futuro di legalità e possibilità, e non solo divieti e abbandono.