In Italia c’è un problema con le carceri: il tema delle condizioni dei detenuti torna ad affacciarsi sulla scena mediatica del nostro Paese, dopo che la Presidente della Corte Costituzionale, Silvana Sciarra, ne ha parlato al meeting di CI a Rimini.

«Drammatica»: questa la parola che Sciarra sceglie per definire la situazione di chi vive in prigionia nelle celle Italiane. Tra prigioni sovraffollate, scarse opportunità formative e lavorative all’interno degli istituti carcerari e un lavoro che, se c’è, è utilizzato come metodo di espiazione della pena e non come strumento di redenzione, i carcerati italiani si ritrovano spesso a scontare la loro reclusione in condizioni indignitose.

Così dunque ci tiene a ricordare, dal momento che la situazione evidentemente richiede un piccolo reminder, la Presidente della Corte Costituzionale:

La tutela della dignità è dovuta per chi è privato della libertà.

Carceri in Italia, Sciarra: “Condizioni dei detenuti senza tutela della dignità”

Ma qual’è allora la situazione nelle carceri italiane? Cosa giustifica questa presa di posizione così radicale da parte della Presidente Sciarra?

Nel corso degli ultimi mesi, si sono moltiplicati i casi di cronaca che riportano tragiche morti o drammatici incidenti avvenuti dietro alle sbarre. Nel carcere Lorusso e Cutugno a Torino due detenute sono state recentemente trovate morte: si tratta degli ennesimi casi di suicidio in prigione, particolarmente frequenti nel nostro Paese. Prima di loro, un uomo detenuto nella Casa di Reclusione di Rossano si era impiccato.

Poche settimane dopo, a solcare le cronache è stata la notizia del carcerato trovato in fin di vita nella sua cella a Sanremo: l’uomo aveva evidenti segni di colluttazione al capo.

Violenze, poche opportunità di redenzione, lavoro usato come espiazione della pena, condizioni indiglitose, caldo e sovraffollamento: il risultato è contenuto nei numeri. 85 i suicidi avvenuti in carcere nel 2022 (il numero più alto dal 1990), 46 quelli dall’inizio del 2023.

Il sovraffollamento è tra i problemi più spesso evidenziati dagli esperti per criticare la situazione nelle carceri italiane. E in effetti, i dati confermano le ragioni di tale polemica: a fine luglio 2023 le persone detenute ammontavano a 57.749, ossia 6.464 in più rispetto alla capienza massima regolamentare (pari a 51.285 posti).