La scena politica italiana si scuote nuovamente con la rottura all’interno del cosiddetto Terzo Polo, protagonista di un’impresa politica che si è rivelata frammentaria fin dall’inizio: le dichiarazioni rilasciate dai leader dei partiti coinvolti, Matteo Renzi e Carlo Calenda, riflettono tensioni e decisioni che potrebbero influenzare il panorama politico italiano nei prossimi mesi.
Renzi: “Finita la partita del Terzo Polo”
Il culmine della separazione è stato raggiunto durante gli “Incontri del Principe” a Viareggio, quando Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha annunciato che “La partita del Terzo Polo è finita.” Renzi ha espresso il suo disaccordo con le scelte di Carlo Calenda, sottolineando che quest’ultimo “ha lasciato le cose a metà” e ha affermato che non vede “un motivo politico per la rottura.” Calenda, d’altro canto, ha sottolineato che “Con Matteo Renzi abbiamo già divorziato“, indicando un punto di non ritorno nella loro collaborazione politica.
La situazione si complica ulteriormente in vista delle elezioni europee, poiché Calenda ha dichiarato che non intende formare una coalizione con Italia Viva. Questo ha spinto Renzi a affermare che, se Calenda dovesse continuare su questa strada, il suo partito affronterà da solo le elezioni europee. Le divergenze all’interno del Terzo Polo non riguardano solo il campo politico, ma coinvolgono anche considerazioni personali e strategiche.
Il piano di Renzi
Il piano di Matteo Renzi per il futuro rimane avvolto nel mistero, ma fonti di Italia Viva suggeriscono che potrebbero essere utilizzate le assemblee dei gruppi di Camera e Senato per cercare di “mettere in minoranza Calenda“. Questo, tuttavia, non sarà un compito facile, dato che entrambe le fazioni, sia quella di Renzi che quella di Calenda, hanno affrontato tensioni interne.
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dalla possibilità che Matteo Renzi si avvicini al centrodestra, suscitando interesse nell’elettorato moderato di Forza Italia. Nel frattempo, nel campo dei dem, prevale un atteggiamento di responsabilità nel mantenere il pluralismo interno all’interno del Partito Democratico.
Le mosse future di Azione e Più Europa, formazioni legate alla campagna per il salario minimo, potrebbero giocare un ruolo chiave nei prossimi sviluppi politici. La possibilità di collaborare su questioni come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’industria 4.0 e il settore sanitario è considerata da Calenda come una strada possibile, nonostante le differenze ideologiche tra le diverse formazioni.