Bruno Segre, 104 anni, torinese, partigiano, massone del Grande Oriente d’Italia, è ironico e autoironico e deve aver sorriso quando ieri gli hanno detto che due grandi quotidiani avevano dato la notizia della sua scomparsa e deve essergli piaciuto anche il ricordo che l’assessore della sua città, Gianna Pentenero, gli ha dedicato: “La città perde un protagonista unico, un gigante”. E poi tanti altri, dall’ex sindaco Chiara Appendino al leader di Torino Bellissima Paolo Damilano. Tutti “commossi”. Poi è bastata una telefonata alla collaboratrice familiare di Bruno Segre per risolvere il giallo dovuto a una omonimia: “E’ tornato ieri dalla montagna e aspetta con ansia il suo prossimo compleanno, il 4 settembre”. 

Quando la tastiera è più veloce della notizia

E così l’assessore Pentenero, che aveva dato il via alla catena del cordoglio, ha precisato: “Con sollievo apprendo che il nostro avvocato Bruno Segre si trova a casa e sta trascorrendo un’estate torinese. Mi scuso con lui, con tutti e tutte, sperando che sia un augurio di ancora una lunga e serena vita”. Un errore in buona fede, ha scritto La Stampa, “che mostra come le tastiere siano più veloci delle notizie”. E ci mancherebbe altro che non fosse stato in buona fede, aggiungiamo noi.

Stefano Bisi