Sono trascorsi sette anni dalla tragica notte del 24 agosto 2016, quando un terremoto di magnitudo 6.0 della scala Richter colpì il Centro Italia, devastando le regioni dell’Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria: in questo periodo, l’impegno di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per la ricostruzione delle aree colpite è stato costante e in crescita, offrendo fondamentali fondi per la ricostruzione. Attraverso la la struttura del Commissario straordinario per la ricostruzione del Sisma 2016, famiglie e imprese bisognose di assistenza per la riparazione delle abitazioni e degli immobili produttivi danneggiati dal sisma possono beneficiare di prestiti agevolati, concessi da CDP e erogati tramite 18 banche convenzionate.

“La ricostruzione entra nel vivo”: erogati nuovi fondi CDP per il terremoto del 2016 in Centro Italia

Andrea Nuzzi, Responsabile Imprese e Istituzioni Finanziarie di CDP, ha dichiarato: “Il razionale di questa iniziativa è duplice… consente di spalmare l’impatto del costo della ricostruzione privata su una finestra di tempo ampia 25 anni.” Questa soluzione ha dimostrato di essere un efficace mezzo di sostegno sia per i cittadini che per le imprese, mentre lo Stato si fa carico degli oneri di rimborso dei finanziamenti attraverso un meccanismo di credito di imposta.

Negli ultimi tre anni, il volume dei finanziamenti concessi è cresciuto costantemente, registrando un aumento del 22% nel primo semestre del 2023. Il Commissario straordinario per la riparazione e la ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli, ha sottolineato che “la ricostruzione entra nel vivo“, evidenziando come solo nel mese di luglio, più di 131 milioni di euro siano stati erogati alle imprese coinvolte nei cantieri della ricostruzione.

Tuttavia, nonostante i progressi, resta ancora molto da fare. Castelli ha ammesso che “molto è stato fatto e si sta facendo ma sappiamo che non basta.” La strada verso la piena ripresa è stata segnata da ostacoli e ritardi, ma il costante impegno verso la riparazione dei danni causati dal terremoto è in corso.

Il ricordo delle vittime rimane centrale in questo processo. Guido Castelli ha ribadito:

Il primo pensiero va alle vittime. A loro e ai loro cari dobbiamo la ricostruzione di questi luoghi e la creazione delle condizioni che consentano all’Appennino centrale non solo di tornare alla normalità.