Restano in carcere i due uomini sospettati della morte di Vera Schiopu, la 25enne di origine moldava trovata impiccata alla trave di un casolare di campagna tra Ramacca e Paternò, in provincia di Catania, sabato scorso. Secondo gli inquirenti potrebbero aver ucciso la giovane, inscenandone il suicidio, per motivi ancora da accertare. La sua storia ha ricordato a molti quella di Valentina Salamone, la 19enne trovata senza vita nelle stesse circostanze nel 2010. Per la sua morte è finito in carcere – con una condanna all’ergastolo – Nicola Mancuso. L’uomo si è sempre detto innocente.

Vera Schiopu trovata impiccata a Ramacca (Catania): restano in carcere i due sospettati

Il gip del Tribunale calatino ha deciso di convalidare il fermo dei due uomini di nazionalità romena fermati perché sospettati di aver ucciso, inscenandone il suicidio, la 25enne moldava Vera Schiopu. La ragazza era stata trovata impiccata alla trave di un casolare di campagna a “Sferro”, tra Paternò e Ramacca, in provincia di Catania, sabato pomeriggio scorso.

A dare l’allarme era stato il fidanzato che, mettendosi in contatto con le forze dell’ordine, aveva raccontato di averne trovato il corpo senza vita dopo essere rincasato. Si tratta di Gheorghe Ciprian Apetrei e finora, davanti agli inquirenti, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Chi ha parlato è l’amico Costel Balan: l’uomo, arrestato insieme a lui, si è detto estraneo ai fatti e al gip ha raccontato la sua versione.

Il casolare in cui la vittima e il compagno vivevano, nel Catanese, glielo aveva dato in uso lui, ha spiegato, per svolgere il ruolo di custode del fondo, visto che in passato aveva subìto dei furti. Il giorno del delitto vi si era recato, come faceva spesso, per stare in compagnia degli amici. Lì la 25enne, al culmine di una lite con il fidanzato, era caduta, sbattendo la testa e ferendosi. Lui era andato via.

E aveva raggiunto dei conoscenti – di cui avrebbe già fornito l’identità – a Paternò. Una volta tornato in campagna, attorno alle 17.20, aveva trovato Apetrei ubriaco. Nel casolare, invece, c’era il corpo di Vera. Corpo su cui sono stati trovati diversi lividi, di cui alcuni ancora sanguinanti. Chi indaga ipotizza che il compagno le abbia tolto la vita e si sia poi avvalso dell’aiuto dell’amico per mettere in scena l’inverosimile impiccagione.

Si cercano i familiari della vittima

Nunzio Vitale, sindaco di Ramacca, nelle scorse ore ha parlato della vittima come di “un fantasma”: sembra che non fosse censita all’anagrafe e che di rado si facesse vedere in giro. I vicini di casa l’hanno definita “una donna riservata”, che “lavorava la terra”. Spesso era in compagnia dei due romeni finiti in carcere, tra cui il fidanzato, anch’egli non residente.

Vogliamo capire se la donna abbia un padre o una madre o qualche parente lontano,

ha spiegato il sindaco. Nessuno, infatti, sembrerebbe aver chiesto informazioni sulla sua morte. Sul caso lavora anche l’ambasciata italiana.

La storia di Valentina Salamone

La storia di Vera Schiopu ricorda molto, nelle circostanze, quella di Valentina Salamone, la 19enne siciliana trovata senza vita, impiccata in un casolare di campagna, nel lontano 2010, per la cui morte è finito in carcere, alla fine, l’allora amante, di dieci anni più grande. Si chiama Nicola Mancuso ed è stato condannato all’ergastolo: secondo gli inquirenti uccise la giovane, inscenandone il suicidio, per paura che il suo matrimonio naufragasse. Le tracce organiche trovate su alcuni effetti personali della vittima lo hanno incastrato, ma lui si è sempre detto innocente.

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