Pensioni, riforma fiscale e taglio del cuneo fiscale, non tutto si potrà fare nella Manovra 2024. Sono questi, in sintesi, i ragionamenti che i partiti della maggioranza e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, hanno voluto mettere davanti a ogni velleità di apertura e di riforma per non creare scontenti. Quasi certamente non ci sarà la quota 41 per tutti in tema di riforma delle pensioni e si riparerà su altre misure, mentre il bonus contributivo dovrà ottenere il via libera per la proroga su stipendi e buste paghe dei lavoratori dipendenti.
A farne le spese dovrebbe essere anche la riforma fiscale che, nella sua attuazione, dovrà attendere probabilmente l’anno prossimo prima dei decreti attuativi sulla riduzione delle aliquote Irpef.
Sarà una legge di Bilancio dall’impiego di circa 30 miliardi di euro. Quello delle risorse è il problema principale del governo, impegnato ad attuare misure promesse in campagna elettorale non compatibili con le esigenze di bilancio statale. Qualcosa in più si saprà nella presentazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanze (Nadef), in agenda a settembre. A metà ottobre prossimo, invece, il governo dovrà inviare una bozza della legge di Bilancio 2024 alla Commissione europea.
Pensioni, riforma fiscale e taglio cuneo fiscale: cosa si potrà fare nella Manovra 2024?
Non si potranno mettere nel provvedimento della legge di Bilancio 2024 tutte le promesse fatte dai partiti di maggioranza in campagna elettorale in tema di pensioni, riforma fiscale e abbattimento delle tasse sugli stipendi. Per le pensioni sembrerebbe tramontata, almeno per quest’anno, l’idea della quota 41 per tutti. Il governo virerà su altri aggiustamenti, in particolare sulla quota 103 – probabilmente chiamata alla proroga di un anno -, opzione donna e Ape sociale. Tra gli altri obiettivi previdenziali a più stretto raggio, figurano la proroga dei trattamenti minimi di 600 euro agli over 75 anni, l’indicizzazione delle pensioni all’inflazione del 2023 (con tasso di circa il 6%), le pensioni dei giovani e i fondi previdenziali.
Pensioni Manovra 2024, questione pagamento Tfs ai lavoratori del pubblico impiego
Attenzione anche alla sentenza della Corte costituzionale che, nel mese di giugno scorso, ha richiamato il sistema previdenziale rispetto ai ritardi nell’erogazione del trattamento di fine servizio (Tfs) ai lavoratori del pubblico impiego che vanno in pensione con la vecchiaia. Troppi gli anni di attesa a partire dai 67 anni: l’ipotesi è quella di ampliare i sistemi di anticipo su un capitolo di spesa che è stato stimato nell’ordine dei 13,9 miliardi di euro.
Riforma fiscale, forse rimandata la riduzione delle aliquote
Sulla riforma fiscale e sui decreti attuativi della legge delega approvata qualche settimana fa in Parlamento, l’azione del governo dovrebbe subire qualche rallentamento sulla parte in cui si prospetta una riduzione delle aliquote Irpef e degli scaglioni di quattro a tre (con qualche taglio di imposta).
Se ne riparlerà probabilmente tra un anno. Ma ciò non bloccherà il percorso di revisione per quanto riguarda tutta una serie di adempimenti burocratici e fiscali, con semplificazioni relative ai processi di accertamento, di riscossione e ai rimborsi tributari. Prevista anche un riordino delle innumerevoli scadenze fiscali (circa 1.500). Non sono esclusi interventi minori, come la decontribuzione delle tredicesime.
Taglio del cuneo fiscale, le ipotesi sui bonus contributivi per il 2024
Il governo dovrà impegnarsi anche sul fronte del taglio del cuneo fiscale, capitolo di spesa la cui stima arriva anche a 15 miliardi di euro lordi (tra i 9 e gli 11 miliardi netti, a seconda delle stime). Sul bonus dei contributi che i lavoratori dipendenti versano in busta paga a loro carico, il taglio del 6% e 7% avrà scadenza con la busta paga di dicembre 2023: in caso di mancata proroga gli stipendi dei dipendenti avrebbero una riduzione tra i 50 e i 108 euro al mese in base al livello di retribuzione.
I ragionamenti vanno dal rendere strutturali gli sconti contributivi (con le conseguenze di spesa che ne derivano) al limitare temporalmente la proroga, saltando qualche mensilità. È questo uno dei capitoli di spesa più impegnativo per il governo che rischia di assorbire buona parte delle risorse sulle quali si sta costruendo la prossima legge di Bilancio.