Scoppia il caso a Roma: una studentessa dell’istituto comprensivo statale Tivoli V di Tivoli Terme, località alle porte della Capitale, è stata bocciata con sei insufficienze dai professori, ma poi è stata promossa dal Tar, dopo che i genitori hanno presentato ricorso. I giudici hanno infatti dato ragione a loro ed è stato annullato il provvedimento.
Bocciata con sei insufficienze e promossa dal Tar: il caso a Roma
Al centro della vicenda di cui si parla molto oggi sui social e sul web c’è una giovane studentessa bocciata con sei insufficienze a Tivoli Termi, in provincia di Roma. La ragazza riportava sulla pagella di fine anno voti non sufficienti in sei materie: geografia, francese, matematica, scienze, inglese e musica. Tra questi vi era un’insufficienza grave.
Così gli insegnanti avevano scelto all’unanimità di bocciarla. Tuttavia i genitori dell’alunna, non appena hanno appreso la notizia della bocciatura, hanno presentato ricorso al Tar della Regione Lazio. Hanno chiesto l’annullamento del provvedimento.
Come si è conclusa la vicenda? I giudici hanno dato ragione alla mamma e al papà della giovane. Così la bocciatura della studentessa, precedentemente decisa e approvata dai suoi professori, è stata annullata.
I motivi della bocciatura e la decisione del Tar
I docenti avevano optato di bocciare la ragazza proprio alla luce delle sue insufficienze in diverse materie. Nella valutazione finale gli insegnanti avevano scritto che comunque la studentessa aveva avuto una “frequenza regolare” a scuola e il suo comportamento era stato “buono”.
Tuttavia, dall’altra parte, lo “scarso e inadeguato impegno nell’esecuzione dei compiti e nello studio” avevano portato l’alunna, sulla pagella di fine anno, ad avere l’insufficienza in sei materie. Da qui allora la decisione presa all’unanimità.
Ma come mai gli esperti del Tar della Regione Lazio hanno annullato la bocciatura? Come riporta il giornale Il Messaggero, i giudici hanno ritenuto che la mancata ammissione non debba essere un provvedimento afflittivo, bensì educativo. La bocciatura deve essere dunque “un’eccezione”. La regola deve essere la promozione, in linea con quanto si legge in un orientamento del Consiglio di Stato per la scuola media.
I giudici hanno sostenuto inoltre che i professori non avrebbero considerato il percorso della ragazza dall’inizio dell’anno fino alla fine. Nella sentenza si legge:
L’alunna, dal primo mese di scuola fino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti.
In più la scuola, secondo i giudici, non avrebbe messo a disposizione “sistemi di ausilio e di supporto per il recupero” delle insufficienze.
La preside dell’istituto, la signora Francesca Pisani, quando ha saputo delle ricorso e ha preso atto della “vittoria” dei genitori della ragazza, si è detta preoccupata per le difficoltà che la diretta interessata potrebbe affrontare il prossimo anno.
Valditara: “Leggerà la sentenza”
Sul caso è intervenuto oggi anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, il quale ha promesso che presto leggerà la sentenza del Tar del Lazio. Ecco le sue dichiarazioni
Leggerò attentamente la sentenza del Tar del Lazio per appurare se ci sono stati difetti procedurali nel percorso che ha portato ad una bocciatura votata all’unanimità per insufficienze, alcune gravi, su 6 materie, oppure se il pronunciamento che ha annullato quanto deciso dai docenti è frutto di un indebito giudizio nel merito del provvedimento.
Il ministro ha poi ricordato di aver costruito un’equipe di esperti per definire delle norme più stringenti per quanto riguarda la scuola.
Al di là del caso specifico, ho costituito un gruppo di lavoro composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa per definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico.
Infine Giuseppe Valditara ha concluso parlando del ruolo della famiglia nell’istruzione scolastica;
Occorre però anche allargare il discorso verso una responsabilizzazione dei genitori all’interno dell’alleanza educativa che non deve contrapporre famiglie e scuola nell’interesse innanzitutto dei giovani.