Il 3 novembre 2011, nel corso del vertice del G20 a Cannes, un incontro rimarrà impresso nella storia politica italiana ed europea: in quell’occasione, l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel si trovarono ad affrontare una crisi economica di proporzioni gigantesche: l’Italia stava vacillando sotto il peso del suo debito pubblico e dei tassi d’interesse che erano schizzati al 6,4%; e in quel momento di tensione, i leader europei chiesero a Silvio Berlusconi di dimettersi da presidente del Consiglio.

Sarkozy: “Dimissioni Berlusconi necessarie, momento di grande tensione con Merkel”

Nel suo libro autobiografico intitolato “Le temps des combats” (Il tempo delle battaglie), Sarkozy ripercorre quei momenti cruciali in cui le sorti dell’eurozona sembravano appese a un filo sottile. L’incontro a Cannes fu teso e carico di significato, come emerge dalle parole dell’ex presidente francese: “Angela Merkel e io decidemmo di convocare Berlusconi per convincerlo a prendere ulteriori misure per provare a calmare la tempesta in atto“.

Il premier italiano, però, non sembrava affatto allinearsi alle preoccupazioni dei suoi omologhi europei. Come riportato nel libro di Sarkozy, Berlusconi rispose con una visione paradossale della situazione:

Cominciò a spiegare che non avevamo capito che non c’erano rischi sui mercati internazionali, perché il debito pubblico italiano era nelle mani degli italiani. Voleva creare altro debito da mettere sulle spalle solo dei suoi compatrioti. Tutto ciò era abbastanza delirante.

L’atmosfera si fece tesa e, nonostante i tentativi di Berlusconi di sdrammatizzare con battute, le parole di Sarkozy descrivono un momento di grande conflitto: “Ci fu tra di noi un momento di grande tensione, quando ho dovuto spiegargli che il problema dell’Italia era lui! Angela e io eravamo convinti che era diventato il premio per il rischio che il Paese doveva pagare ai sottoscrittori dei titoli del Tesoro“.

La decisione era dolorosa ma ritenuta necessaria. Sarkozy ammette senza mezzi termini che il sacrificio di Berlusconi era cruciale per tentare di “contenere lo tsunami”.