Proseguono senza sosta le indagini degli inquirenti sul caso di stupro che il 7 luglio scorso avrebbe coinvolto una 19enne di Palermo e sette giovani, accusati, a vario titolo, di aver partecipato alla violenza: dopo la scarcerazione di uno di loro, il più giovane, ci si prepara a sentire gli altri indagati. Sui social intanto circolano le chat dell’orrore ed è caccia al video che avrebbe ripreso il rapporto sessuale forzato con la vittima. Un filmato che potrebbe essere determinante per l’inchiesta.

Dalle chat choc alla confessione di uno dei giovani arrestati: cosa sappiamo dello stupro di Palermo

In tre, dopo essere stati incastrati dal racconto della vittima e dalle riprese di alcune videocamere di sorveglianza del locale in cui l’avrebbero adescata, a Palermo, nella notte tra il 6 e il 7 luglio scorso, hanno ammesso di aver avuto dei rapporti sessuali con lei, sostenendo, però, che fosse consenziente. Una linea difensiva che nelle scorse ore ha permesso al più giovane, da poco maggiorenne, di essere trasferito dal carcere in una comunità, per “resipiscenza”.

Decisione su cui la Procura dei minori ha già annunciato di aver fatto ricorso. In sette, in totale, sono finiti nei guai: gli ultimi tre saranno interrogati nella giornata di oggi, 22 agosto. E saranno chiamati a fare chiarezza anche su alcuni messaggi inviati nei giorni successivi alla presunta violenza, le “chat dell’orrore”, come in molti le hanno chiamate. Al loro interno si parla di “stupro di massa”. I giovani si raccontano quanto accaduto e accennano, senza mezzi termini, alle violenze inflitte alla 19enne.

Questa (la vittima, ndr) mi ha contattato una settimana fa su Instagram. Mi parlava del suo fidanzato, l’abbiamo incontrata alla Vucciria con tutti gli amici ieri sera (il 7 luglio, ndr) ed è finita a schifo,

scrive uno. E poi continua:

Ieri sera niente, se ci penso un po’ mi viene lo schifo perché eravamo 100 cani sopra una gatta, una cosa di questa l’avevo vista solo nei video porno. Eravamo troppi, sinceramente mi sono schifato un po’, ma che dovevo fare? La carne è carne, gliel’ho abbagnato pure io il discorso.

Stando a quanto ricostruito finora, sarebbe stato lui ad adescare la giovane sui social, invitandola alla serata in discoteca. Lì, dopo averla fatta ubriacare, i sette ne avrebbero abusato a turno, incuranti del fatto che lei si lamentasse, chiedendo aiuto e toccandosi le parti intime, invocando l’intervento di un’ambulanza. Per due è stato confermato il carcere.

Su Telegram è caccia al video della violenza

Chi ha il video di Palermo? Scambio bene.

Qualcuno ha il video dello strupro di Palermo?

Nessuno ha il video di quello che è successo al Foro Italico di Palermo?,

si chiedono intanto gli utenti di Telegram, il servizio di messaggistica su cui, non di rado, ci si imbatte in contenuti scabrosi. Gli inquirenti stanno cercando di capire se, prima dell’arresto dei sette giovani, qualcuno abbia fatto in tempo a vedere il filmato. E se, nel caso, circoli ancora. Potrebbe essere decisivo, infatti, ai fini dell’inchiesta, per ricostruire le esatte dinamiche di quanto accaduto e chiarire le relative responsabilità.

Sui social nel frattempo c’è chi inneggia, come Salvini, alla “castrazione chimica”; chi augura loro lo stesso trattamento, in carcere, tra cui Ermal Meta. L’auspicio di molti è che i colpevoli semplicemente paghino per quanto hanno commesso, nella speranza che l’eventuale pena possa rieducarli e fargli comprendere la gravità dell’episodio. Per il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, allo stato attuale “difficilmente possono essere definiti esseri umani”.

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