Sono stati individuati e arrestati, dopo giorni di ricerche, i due uomini di nazionalità nigeriana sospettati di aver ucciso a coltellate un 20enne nel centro storico di Modena. I due, di 27 e 29 anni, erano stati ripresi da alcune videocamere di sorveglianza installate nei pressi della scena del crimine. Quando sono stati fermati avevano ancora con loro l’arma del delitto, ora sequestrata. In città, intanto, è allarme violenza. E qualcuno punta il dito contro la gestione dei migranti.

Omicidio a Modena: fermati i due uomini nigeriani accusati di aver ucciso a coltellate un 20enne in centro

I fatti risalgono al 20 agosto scorso. Erano da poco passate le 18 quando, sulla ciclabile di corso Vittorio Emanuele, nel centro storico di Modena, un 20enne straniero era stato aggredito a coltellate da due uomini mentre passeggiava. Lo avevano seguito. Secondo un amico si trattava delle stesse persone che, la sera precedente, lo avevano picchiato.

Uno lo teneva fermo e l’altro l’ha colpito più volte con il coltello, prima al fianco, risalendo fino alla spalla e infine al collo. Sette colpi. È successo tutto in 20 secondi, poi sono scappati,

aveva raccontato un testimone. A quel punto la vittima, ancora viva, era riuscita a trascinarsi, sanguinante e sotto choc, verso la rotonda di Natale Bruni, attirando l’attenzione di alcuni passanti. All’arrivo dei soccorsi le sue condizioni erano apparse subito disperate: era morto poco dopo il ricovero presso l’ospedale Baggiovara. Tra le persone ascoltate dagli inquirenti subito dopo i fatti – come gli avventori di un bar vicino, l’Accademia café -, qualcuno aveva riferito di aver visto un’altra persona, in sua compagnia. Forse un amico che, per salvarsi, nel corso dell’agguato si sarebbe allontanato.

Sul movente, invece, si hanno pochi dubbi: se all’inizio era stata avanzata l’ipotesi di una rapina finita male – subito scartata -, le indagini sono orientate, adesso, verso lo spaccio di droga. Un regolamento di conti per contendersi gli affari della zona. I due fermati, di 27 e 29 anni, in regola con il permesso di soggiorno, non avrebbero, comunque, precedenti alle spalle. Quando sono stati arrestati, grazie all’analisi dei filmati delle videocamere di sorveglianza installate nei pressi della scena del crimine, uno di loro aveva ancora con sé il coltello usato per colpire il 20enne, ora sotto sequestro.

È allarme violenza in città

Liti e aggressioni in città sono ormai all’ordine del giorno, secondo alcuni testimoni.

Abbiamo segnalato un miliardo di volte la situazione della zona e abbiamo chiesto di chiudere i giardini prima – ha dichiarato ai microfoni del Resto del Carlino il titolare dell’hotel Milano -. Qui non c’è più controllo.

La reazione del primo cittadino

Per qualcuno la questione è da rinviare a una cattiva gestione degli arrivi.

Insieme al cordoglio per la vittima voglio esprimere anche tutta la rabbia e la preoccupazione della città rispetto a questo episodio di violenza che segue, a pochi mesi di distanza, l’omicidio del giovane pakistano al Novi Sad. Si tratta di situazioni sicuramente diverse, ma non possiamo girarci dall’altra parte rispetto a una realtà che negli ultimi tempi, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e della Polizia locale, ha visto un aumento di aggressioni e di violenze, mentre sul territorio sono triplicati i trasferimenti di migranti senza che si stata strutturata un’adeguata rete di accoglienza che possa garantire condizioni dignitose per le persone e non lasciarle in balia della criminalità, come purtroppo spesso sembra avvenire con molti di loro, lasciati senza prospettive, che diventano manovalanza dello spaccio,

ha detto il sindaco, Gian Carlo Muzzarelli, richiamando la politica alle sue responsabilità.

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