Tornato in America dopo due anni, Novak Djokovic si vendica di Alcaraz e trionfa agli ATP di Cincinnati
Novak Djokovic ritorna a vincere in America dopo due anni
Veni, vidi, vici. Solo che nel caso di Djokovic ci sono voluti due anni. Tanto mancava il tennista dagli Stati Uniti. Un ritorno sulla scena del crimine, anzi, sul campo da gioco di Cincinnati, a cui é seguita la vittoria. Meglio, la rivincita su quell’Alcaraz che si “era permesso” di sconfiggerlo un mese fa a Wimbledon. Una battaglia di quattro ore, resa estenuante dal caldo, in cui alla fine Djokovic ha fatto quello che sa fare meglio: vincere. Vincere e offrire uno spettacolo che ha fatto la gioia di tutti gli amanti del tennis. Matteo Berrettini, la cui storia qui a Cincinnati é durata troppo poco, sul suo Instagram ha condiviso una foto dei due tennisti commentando con un emblematico “Mamma mia!“. Il serbo si aggiudica così il Masters 1000 di Cincinnati, in rimonta e con uno score finale che recita 5-7, 7-6, 7-6.
“È stato una specie di otto volante. Non credo di aver giocato tanti match come questo nella mia vita. Forse si possono fare dei paragoni con la Finale contro Nadal agli Australian Open 2012. Quanto accaduto nel terzo set, specie sulla palla match in mio favore sul 5-3, è stato un po’ la cartina di tornasole della partita” queste le emblematiche parole con cui il diretto interessato ha parlato della sfida. Una piccola grande rivincita contro il più giovane rivale spagnolo che oltre a vendere cara la pelle, è riuscito anche a strappare al tennista n. 1 al mondo un applauso dopo un punto clamoroso e queste affermazioni:
“Non mi sorprende più quello che fa in campo, ma è impressionate il modo in cui riesca a giocare ad altissimo livello i punti più importanti delle partite, come sia in grado di gestire la pressione. E’ incredibile per un ragazzo che ha solo 20 anni.” Come se non bastasse, il vincitore di Cincinnati si è lasciato andare anche questo paragone: “
Quando mi confronto con lui, mi fa tornare indietro nel tempo alle sfide contro Rafa dove ogni punto era una battaglia. Tutte le partite che abbiamo giocato contro sono state di questo livello”. A giochi fatti, il serbo torna vittorioso a Cincinnati a tre anni dall’ultima volta, dopo essersi aggiudicato anche quello del 2018. Numeri alla mano, per Djokovic è il novantacinquesimo titolo, vittoria numero cinquantasette in un Masters 1000.
Djokovic e l’America: “Sono molto emozionato e non vedevo l’ora di venire”
Il vincitore di Cincinnati come dicevamo torna quindi in America dopo due anni e lo fa alla sua maniera, trionfando. L’ultima volta negli USA era datata 2021 e non fu un bel ricordo. Stiamo parlando della finale degli Us Open in cui venne sconfitto da Daniil Medvedev. Poi quella decisione che divise e fece discutere non solo il mondo dello sport. Durante la pandemia di Covid-19, Djokovic decide di non vaccinarsi e alla luce delle restrizioni vigenti, gli è impossibile recarsi nella Stati Uniti (e non solo).
“Non potrò andare a New York per gli Us Open. Auguro buona fortuna agli altri giocatori”.
Così scrisse il serbo in sua Insta Stories ufficializzando la decisione e l’assenza.
In un’intervista rilasciata per il sito ufficiale dell’ATP, oltre a parlare del post-sconfitta di Wimbledon, il serbo ha parlato anche del tanto atteso ritorno in terra statunitense, ammettendo che “Sono passati due anni dall’ultima volta che sono stato in America. Quindi, ovviamente, sono molto emozionato e non vedevo l’ora di venire”. Ha detto inoltre di essere stato molto felice di tornare a Cincinnati e che il pubblico presente lo ha subito accolto con calore. Un impatto positivo, un ritorno che sa più di ricongiungimento. Tutte dinamiche che hanno permesso a Djokovic di fare quello che sa fare meglio. Veni, vidi, vici. In America, ancora una volta.