Il concetto di fine vita ha sempre sollevato dubbi, discussioni e sentimenti contrastanti. La questione ruota intorno al diritto dell’individuo di decidere come e quando concludere la propria esistenza in situazioni di malattie terminali o sofferenze insostenibili. Proprio sul fine vita, Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, ha espresso un’apertura di pensiero, accolta molto positivamente da Erika Bandin, capogruppo M5S al Consiglio regionale veneto.
La visione sul fine vita di Luca Zaia
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha recentemente espresso il suo punto di vista sulla questione del fine vita durante una diretta sul canale Twitch con Ivan Grieco. Secondo Zaia, ogni individuo dovrebbe avere il diritto di prendere decisioni sul proprio fine vita. Inoltre, Zaia ha voluto sottolineare l’importanza di distinguere il concetto di “suicidio assistito” dal “riconoscimento del percorso di fine vita“.
Io non sono qui a promuovere il fine vita, ma un fatto di civiltà: un diritto che deve essere garantito ai cittadini. Non stiamo parlando di casi in cui si ricorrerebbe al fine vita se, per esempio, si venisse lasciati dalla fidanzata. Parliamo di una cosa seria, di casi malati terminali.
Zaia ha quindi menzionato come in passato, in assenza di una legislazione chiara, i tribunali abbiano spesso preso decisioni che avrebbero dovuto essere compito del legislatore. Un esempio citato riguarda il caso di Eluana Englaro, dove il permesso di sospendere l’alimentazione è stato ottenuto tramite una decisione giudiziaria piuttosto che da una legge parlamentare.
Il secondo caso di morte assistita in Veneto
Recentemente, il Veneto ha assistito a un caso emblematico legato al fine vita. Una donna di 78 anni, identificata con il nome fittizio di Gloria, ha potuto accedere al fine vita. Questa decisione è stata facilitata dall’azienda sanitaria del Veneto e ha riscosso l’approvazione dell’Associazione Luca Coscioni.
Le dichiarazioni sul fine vita di Zaia e le reazioni politiche
Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, ha espresso il suo sostegno alle parole di Zaia riguardo la necessità di una legge sul fine vita. Baldin ha sottolineato l’importanza di avere una legislazione chiara piuttosto che affidarsi a interpretazioni di sentenze. Ha anche sfidato Zaia a promuovere attivamente la discussione sul disegno di legge proposto dall’associazione Coscioni.
Gli ricordo che un disegno di legge in tal senso, per di più di iniziativa popolare, giace in V Commissione consiliare. E la sua autorevole moral suasion potrebbe essere decisiva per inserirlo nel calendario di discussione e poi farlo magari approvare dall’aula.
Filtra ottimismo tra le parole della Baldin, che conclude:
La Lega aveva lasciato libertà di coscienza nel voto alla mia mozione, poi approvata quasi all’unanimità, che chiedeva tempistiche certe e definite, procedure semplificate, accessibilità universale e gratuità del percorso. Pertanto, non dovrebbe avere problemi a velocizzare la fase istruttoria del disegno di legge Coscioni. Il Veneto sarebbe la prima Regione in Italia, a Zaia farebbe piacere.
Un corso a Genova per formare accompagnatori di fine vita
Intanto, a Genova è stato lanciato un corso biennale per formare accompagnatori di fine vita, noti come “end of life Doula“, promosso da Socrem con il sostegno di vari enti locali. Il termine “Doula” ha origini greche e si riferisce a una figura di supporto emotivo, particolarmente utile in una società in cui molte persone si sentono sole e vulnerabili.
Questa figura, già esistente in Inghilterra, USA e Nord Europa, non somministra farmaci e non è uno psicologo, ma è preparata per assistere i malati terminali e le loro famiglie, offrendo supporto emotivo, organizzativo e burocratico.
Il corso, diretto dalla psicoterapeuta Linda Alfano, prevede lezioni durante i weekend e 100 ore di tirocinio in diverse strutture.
Non ci sono restrizioni di età o titoli di studio, ma è necessario superare un colloquio psicoattitudinale.