Non è andato giù ai vertici del potere in Cina la nuova via di accordi voluta dal presidente americano Biden nello storico riavvicinamento tra la Corea del Sud e il Giappone a Camp David.

Camp David per la Cina è una provocazione

Dopo i rumors che rivelavano la grande perplessità da parte dei vertici del partito comunista, dalla Cina è arrivata la protesta formale. I cinesi si sono risentiti per la dichiarazione rilasciata al termine del vertice trilaterale dei leader di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, a Camp David.

I tre nuovi amici si sono detti pronti anche ad una serie di esercitazioni militari congiunte, inoltre hanno criticato il modo di fare di Pechino come un “comportamento aggressivo”.

Pechino ha però reagito prontamente, accusando i tre di fare affermazioni false nei confronti della Cina. Inoltre a Pechino non sono andate giù le affermazioni che hanno “diffamato e attaccato la Cina su questioni legate a Taiwan e marittime. Hanno gravemente interferito negli affari interni della Cina e hanno deliberatamente seminato discordia tra la Cina e i suoi vicini”.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin in conferenza stampa ha poi ribadito come ci sia una forte insoddisfazione e ferma opposizione e solenni rimostranze con le parti interessate”.

Giappone e Corea con gli americani

Quello che è venuto fuori da Camp David è sicuramente un tentativo americano di costruire una nuova colonna della Nato in estremo oriente. Imbastire un recinto virtuale a perimetro del gigante cinese, per limitarlo non solo da un punto di vista commerciale ma soprattutto politico-militare.

Lo stesso presidente Joe Biden ha descritto come l’avvio di un “nuovo capitolo” di stretta cooperazione in materia di sicurezza a tre vie, una vittoria per l’amministrazione americana da tempo alla ricerca di un modo per stuzzicare il dragone.

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