Nelle scorse ore è finito in manette per aver ucciso a coltellate, al culmine di una lite, il vicino di casa 35enne a Santa Margherita Ligure: chi è Sergio Frisinghelli e perché chi lo conosce non riesce a spiegarsi come abbia potuto compiere un gesto così estremo.
Chi è Sergio Frisinghelli, finito in manette per l’omicidio di Alessio Grana a Santa Margherita Ligure
Da molti, negli ultimi giorni, è stato definito “un gigante buono”. Sergio Frisinghelli, 58 anni, “giardiniere e dj”, a Tigullio, la piccola cittadina in provincia di Genova dove risiedeva (famosa per il pesto), è un volto noto. Soprattutto come volontario della Protezione civile, visto che, ai tempi del lockdown, si sarebbe distinto per il suo servizio, ricevendo in cambio anche un riconoscimento dal Comune.
Anche se non so come si sono svolti i fatti so che non era tua intenzione e mai e poi mai saresti capace di premeditare un gesto del genere. A volte la vita ti mette alle strette e ognuno di noi reagisce a modo suo. Ti siamo tutti vicini e speriamo che questi brutti momenti passino in fretta, fatti forza e sappi che quando tutto sarà finito per me sarai sempre il mio caro amico,
gli scrive ora qualcuno sui social. Il suo nome, infatti, è salito alla ribalta delle cronache per l’omicidio che a Santa Margherita Ligure ha strappato alla vita il 35enne Alessio Grana, ucciso a coltellate al culmine di una lite scoppiata per motivi condominiali. L’ennesima.
(Il presunto killer, ndr) si era rivolto ai carabinieri per i fastidi arrecati dal vicino di casa – ha ricordato un pensionato ai microfoni dell’Ansa -, più volte si era lamentato per il comportamento del giovane, Alessio Grana, ma nessuno gli aveva dato ascolto. A volte i buoni quando raggiungono l’esasperazione possono esplodere.
La ricostruzione del delitto e i precedenti rimasti inascoltati
Il 58enne è finito in manette e davanti agli inquirenti dovrà rispondere all’accusa di omicidio. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbe colpito il 35enne con un coltello da cucina al culmine di una lite scoppiata perché la vittima, visibilmente alterata dal consumo di alcol e droghe, si era presentata davanti casa sua brandendo un bastone e arrivando a colpirlo.
I rapporti tra loro si erano fatti tesi già da un po’ e le discussioni erano sempre più frequenti. Tanto che Frisinghelli si era messo più volte in contatto con le forze dell’ordine per chiedere loro di fermare il giovane, che da tutti era conosciuto per il temperamento violento e aggressivo. Sembra che da tempo non avesse più rapporti con la sua famiglia. Si era sempre rifiutato di disintossicarsi ed era noto ai servizi sociali della zona.
Al liceo era stato espulso per aver lanciato un banco, rischiando di fare male ai compagni; più tardi era stato denunciato per porto d’armi abusivo e per maltrattamenti, dopo aver menato l’ex ragazza. Alle spalle aveva precedenti per furto e spaccio ed era finito in carcere, anche se per pochi mesi. Fino alla tragedia dello scorso sabato. Una tragedia che ha lasciato la comunità locale sgomenta.
Le parole del padre della vittima
Intervistato dal Secolo XIX, il padre di Grana, che vive a Parma, ha fatto sapere di aver appreso la notizia della morte del figlio sul web e di non aver ricevuto alcuna chiamata dai carabinieri.
Sapevo che sarebbe successo qualcosa di brutto,
ha aggiunto. Il 35enne aveva anche un figlio di 8 anni, Nicolò, ma sembra che i due non avessero contatti.