Ha le idee chiare Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate: per portare avanti efficacemente la lotta all’evasione servono più controlli sui conti. Questo quanto emerge dall’intervista rilasciata al Corriere della Sera dal numero uno dell’Agenzia.

D’altronde, spiega Ruffini, la garanzia dei servizi, a partire da quelli di base come sanità, istruzione e ordine pubblico, passa necessariamente dall’acquisizione delle risorse. Dunque l’Agenzia delle Entrate è tenuta a sincerarsi che tutti paghino quanto dovuto:

La stragrande maggioranza dei contribuenti è  onesta e paga sempre tutto, fino all’ultimo centesimo, anche se non  naviga nell’oro. L’archivio dei conti correnti è una risorsa fondamentale perché consente di intercettare, ad esempio, i soggetti con residenza fittizia all’estero ma che hanno conti correnti nel nostro Paese.

Ruffini si impegna nella lotta all’evasione: “Aumenteremo la capacità operativa con 11mila nuovi funzionari”

Cattive notizie quindi per i furbetti del fisco: l’intenzione di Ruffini è quella di attuare dei controlli incrociati sui conti, che lasceranno poca via di scampo agli evasori. L’obiettivo? Recuperare i 2,8 miliardi sottratto dall’evasione, tentando anche di recuperare «capacità operativa, grazie a un ambizioso piano di reclutamento di 11 mila funzionari».

Nella sua intervista al Corriere della Sera, il direttore dell’Agenza delle Entrate parla anche di riduzione del tax gap e di Pnrr:

La riduzione del tax gap è un obiettivo condizionato da tanti fattori, non solo fiscali. Per quanto riguarda gli obiettivi affidati dal Pnrr all’Agenzia abbiamo ancora entro fine 2024 l’invio di oltre 3 milioni di lettere di compliance, per un incasso di 2,77 miliardi.

Tale obiettivo, secondo le stime di Ruffini, potrà essere essere raggiunto entro la comoda data di ottobre, ossia con un anno di atipico rispetto al programma. L’Agenzia ha infatti già realizzato «il 99% degli incassi».

Il direttore parla anche, sempre nell’ottica della lotta all’evasione, dei prossimi passaggi che l’Agenzia delle Entrate si propone di compiere:

Le prime esplorazioni basate su dati pseudonimizzati, cioè inizialmente anonimi e poi utilizzabili in base  a informazioni aggiuntive, riguarderanno il 2017 e consentiranno di  individuare, ad esempio, i soggetti che avevano grandi movimentazioni sui propri conti correnti ma non hanno presentato la dichiarazione dei redditi.

E sul ‘pizzo di Stato’? “Noi applichiamo la legge”

Aleggia ancora una polemica sull’operato dell’Agenza delle Entrate, quella del “pizzo di Stato“, lanciata niente meno che dall’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il direttore Ruffini si difende una volta per tutte:

L’Agenzia si limita ad applicare la legge. Oltre l’80% del totale dell’evasione riguarda chi non presenta la dichiarazione dei redditi o la presenta in modo infedele; meno del 20% la cosiddetta evasione da versamento, cioè di chi presenta la dichiarazione, ma poi non salda quanto deve.

Si attendono dunque i dati delle nuove pratiche messe in campo dall’Agenzia per combattere l’evasione, anche se Ruffini avvisa che i primi risultati difficilmente si vedranno in tempi brevi:

È presto per fare previsioni, anche perché solo a maggio abbiamo completato  le attività richieste dal Garante per la privacy per assicurare il  corretto utilizzo dei dati personali. Abbiamo spostato l’asticella in alto. Il nostro lavoro sarà valutato anche e soprattutto sull’incremento dei servizi telematici, sulla accelerazione dei rimborsi, sul contenzioso.