Arrivata dall’Olanda per raggiungere il figlio dopo il duplice omicidio di Cuneo, davanti agli inquirenti la madre di Sacha Chang ha ripercorso gli attimi precedenti al delitto, sostenendo che il giovane – ora detenuto – stesse bene. Attraverso il legale che la assiste, l’avvocato Luca Borsarelli, aveva già fatto sapere che non si sarebbe costituita parte civile in un eventuale processo a carico del 21enne, accusato di aver brutalmente ucciso il padre e un amico di famiglia mentre era ospite nella sua casa di Montaldo di Mondovì, venerdì scorso.
La madre di Sacha Chang difende il figlio dopo il duplice omicidio di Cuneo
Il ragazzo, di origine olandese, si trovava in Italia insieme al padre sessantacinquenne per le vacanze. Il 10 agosto era arrivato, insieme a lui, a casa di un amico di famiglia, il medico sessantenne Lambertus Ter Horst, in provincia di Cuneo, dove, poco prima della partenza, prevista per il 16 agosto, il 21enne, per motivi ancora da accertare, li aveva uccisi a coltellate: prima il padre, poi l’amico, forse intervenuto per difenderlo.
Era stato fermato, dopo essersi dato alla fuga, due giorni dopo: giaceva, seminudo, su una panchina vicino a una cappelletta intitolata a San Bernardo, su un crinale di montagna. Una zona che aveva reso particolarmente difficili le ricerche, perché “vasta” e “ricoperta da una fitta vegetazione”, come aveva spiegato il colonnello Giuseppe Carubia, comandante provinciale dei carabinieri a Cuneo.
Ora si trova nell’istituto penitenziario “Certaldo” – dove, davanti agli inquirenti, non ha proferito parola – e la madre, arrivata apposta dall’Olanda insieme ai fratelli, è già andata a trovarlo.
Avevo sentito Chainfa (il marito, una delle due vittime, ndr) la sera prima del delitto e, parlando di Sacha, mi aveva confermato di come fosse tranquillo. Non capisco cosa possa essere successo,
ha fatto sapere attraverso il suo legale, l’avvocato Luca Borsarelli, sostenendo di non voler costituirsi parte civile in un futuro processo a suo carico. A riportarlo è Il Corriere della Sera.
I presunti problemi psichiatrici del killer
Sono a conoscenza dei problemi psichiatrici di mio figlio – ha raccontato la donna ai carabinieri -. Sacha è in cura in un centro di Amsterdam ed era arrivato in Italia con mio marito per trascorrere qualche giorno di vacanza e trovare così un po’ di serenità.
Cosa abbia fatto scattare la sua furia omicida non è chiaro. Mentre per oggi, 21 agosto, è attesa la convalida del fermo, l’avvocato che lo difende ha fatto sapere di
voler richiedere una perizia psichiatrica. Sapere di una visita psichiatrica fatta in Olanda o che il giovane sia stato preso in carico da qualche centro specializzato (come sostiene la madre, ndr) ci sarà utile per capire come muoverci. La fuga può essere stata una reazione di spavento.
Nelle scorse ore la madre – che deve fare i conti anche con la perdita del marito, di cui dovrà riportare la salma in patria – si sarebbe già recata ad Amsterdam per raccogliere tutta la documentazione necessaria a provare la malattia del figlio. Un elemento importante, che potrebbe garantire al 21enne la possibilità di sfuggire alla peggiore delle ipotesi: l’ergastolo.
Fin dall’inizio la donna si è schierata convintamente dalla parte di Sacha. Chi indaga cerca ora di ricostruire le motivazioni del gesto e “le circostanze che lo hanno determinato”. Dettagli su cui lo stesso giovane, parlando, potrebbe fare chiarezza. Per il momento però sembrerebbe essersi chiuso nel suo silenzio. La speranza dei suoi familiari è che venga trasferito a Milano, più vicino all’aeroporto, e poi estradato in Olanda. Ma ovviamente è ancora tutto da valutare.
Leggi anche: Mostro di Firenze, gli ultimi sviluppi: nel 2023 nuove indagini per dare un nome al killer delle coppiette