Il cuore del movimento di Comunione e Liberazione (CL) è stato scosso da un oscuro episodio che coinvolge uno dei suoi membri più attivi, Andrea Davoli, educatore e membro dei Memores Domini: l’uomo è stato arrestato per il presunto abuso sessuale su una 14enne di Rimini durante un ritiro spirituale. Il sospetto è nato dalle denunce dei genitori della giovane, che hanno iniziato un’indagine che ha portato all’arresto.
Abusi sessuale su una 14enne di Rimini durante il ritiro spirituale: in manette l’educatore di CL grazie alle chat scoperte
La vicenda ruota attorno a un ritiro spirituale a Viserbella, in cui la vittima, una quattordicenne, era presente come educanda e Andrea Davoli come educatore. Secondo la denuncia dei genitori della ragazza, avrebbe avuto luogo un rapporto sessuale tra i due in un hotel di Rimini. L’indagine dei carabinieri, coordinata dal pubblico ministero Davide Ercolani, ha portato all’arresto di Davoli con l’accusa di atti sessuali con minorenni.
Le indagini hanno rivelato che i contatti tra Davoli e la giovane erano iniziati a dicembre, durante una vacanza del gruppo giovanile legato a Comunione e Liberazione. La vittima si riteneva inizialmente “contenta” di quella relazione. Tuttavia, l’orrore è emerso quando la sorella maggiore della ragazza ha scoperto messaggi con toni amorosi tra i due. La giovane ha raccontato che Andrea Davoli l’aveva invitata nella sua stanza durante un momento di vulnerabilità e l’aveva convinta a consumare un rapporto sessuale.
Dopo l’arresto, Comunione e Liberazione ha preso le distanze da Davoli. In un comunicato, il movimento ha espresso “dispiacere e costernazione per quanto emerge dall’indagine in corso“. Il movimento ha sospeso l’educatore da ogni incarico educativo in conformità con le normative per la tutela dei minori.
La Diocesi di Reggio Emilia ha ribadito la sua fiducia nella magistratura e ha espresso la volontà di mantenere una vigilanza attenta nei confronti della vicenda. Il portavoce della Commissione per la tutela dei minori e membro dell’Ufficio Scuola della diocesi, Corrado Zoppi, ha dichiarato:
Come Chiesa ci sentiamo tutti chiamati in prima persona a una profonda reazione morale, a promuovere e testimoniare la vicinanza a coloro che sono stati feriti da un abuso.