Durante l’Angelus di oggi, Papa Francesco è tornato ad invocare la pace in Ucraina e Niger. Il Pontefice, di fronte ad una discreta folla presente in Piazza San Pietro nonostante il grande caldo, ha cominciato il suo discorso ricordando che “la fede non è un’etichetta religiosa, ma un rapporto personale con Dio”:

Dio è così: è Amore, e chi ama non resta rigido sulle proprie posizioni, fermo ma non rigido, ma si lascia smuovere e commuovere; sa cambiare i suoi programmi. E noi cristiani, se vogliamo imitare Cristo, siamo invitati alla disponibilità del cambiamento. Quanto bene fa nei nostri rapporti, ma anche nella vita di fede, essere docili, prestare davvero ascolto, intenerirci in nome della compassione e del bene altrui, come Gesù con la Cananea. La docilità per cambiare. Cuori docili per cambiare.

Le parole di Papa Francesco durante l’Angelus di oggi: “Invoco la pace per Ucraina e Niger”

Come detto, al termine del lungo Angelus, Papa Francesco ha quindi volto il suo pensiero a quanto sta succedendo in Niger – con il paese alle prese dalle ultime evoluzioni rispetto al colpo di Stato analizzato – e in Ucraina, dove la guerra ha messo ancora in ginocchio la popolazione locale, specialmente a Kharkiv e Chernihiv bombardate pesantemente dai russi. Quest’ultima cittadina ha registrato purtroppo almeno 7 morti – tra cui una bambina di 6 anni – e 148 feriti civili.

Queste le parole del Pontefice, il quale ha chiesto a gran voce la pace:

Seguo con preoccupazione quanto sta accadendo in Niger. Mi unisco all’appello dei vescovi in favore della pace nel Paese e della stabilità nella regione del Sahel. Accompagno con la preghiera gli sforzi della comunità internazionale per trovare al più presto una soluzione pacifica per il bene di tutti. Preghiamo per il caro popolo nigerino. Pace per tutte le popolazione ferite da guerre e violenze, specialmente preghiamo per l’Ucraina che da tanto tempo soffre.