Negli ultimi giorni sta facendo discutere l’uscita pubblica dell’ormai ex generale Roberto Vannacci. In un libro da lui pubblicato, Vannacci ha parlato in maniera critica di diversi temi sociali, definendo i gay “non normali” e che i tratti somatici della Egonu “non rappresentano l’italianità”. Una serie di scivoloni che hanno ovviamente suscitato le polemiche da parte dell’opposizione e spinto il ministro della Difesa Crosetto ad avviare un’azione disciplinare contro di lui.
In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, è intervenuto anche Giovanni Donzelli – capo organizzazione di Fratelli d’Italia – il quale ha prima precisato di non aver “avuto tempo di leggere il libro”, per poi commentare quanto successo in queste ore:
Non entro nel merito. Se qualcuno si sente offeso ci sono gli organismi preposti. Ma non spetta a me dare un timbro di bontà o no delle idee. Da sempre mi batto per difendere il diritto di esprimere anche, anzi direi soprattutto, idee diverse dalle mie. Non è che dobbiamo fare gli agenti del politicamente corretto. Se qualcuno si ritiene offeso ci sono gli organismi preposti. Chi ha dato al Pd il diritto di autoproclamarsi censore?
Le parole di Donzelli sul caso Vannacci
Attualmente, Vannaci è stato ufficialmente rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze e trasferito al Comando delle Forze operative terrestri. Una mossa che non è comunque piaciuta al Pd che sostiene che “la sua presenza ai vertici dell’Esercito reca discredito e disonore alle Forze Armate”. Donzelli, a questo riguardo, ha aggiunto:
Non ho avuto il tempo di leggere il libro. Se basta averlo destituito dal ruolo di generale? Leggo che il Pd e le sinistre dicono di no. Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? In un mondo libero si scrive ciò che si pensa.
Poi, sulle parole di Vannacci il quale ha dichiarato che la pelle nera di Paola Egonu non sia un tratto somatico che ben rappresenti l’italianità, Donzelli ha risposto in questa maniera:
La pelle nera non è un canone. L’Italia è di chi la ama e di chi sceglie di rispettarla. Non è il colore della pelle il dato che rappresenta l’italianità. Responsabile del dipartimento immigrazione di FdI è Sara Kelany, è per metà di origini egiziane e ha la pelle più scura di quando io mi abbronzo ma non abbiamo mai pensato che non fosse italiana e ha raggiunto i suoi traguardi per meriti non per il colore della pelle. I gay? Noi siamo chiaramente contro ogni discriminazione. In FdI ci sono decine di dirigenti dichiaratamente omosessuali. Ma non hanno mai pensato di mettere in discussione la famiglia tradizionale, di sostenere l’utero in affitto o Genitore 1 e Genitore 2.
Quindi la chiosa sulla questione:
Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione. Non è che si è mostri, razzisti, nazisti, antidemocratici se non la si pensa come il Pd. Se ne facciano una ragione.