Assunzioni scuola 2023, anche quest’anno si annunciano molte cattedre scoperte al Nord. I docenti non si spostano dalle regioni del Sud Italia per il caro vita e per il vincolo triennale di mobilità che, nella maggior parte dei casi, non consente un rientro a breve termine. In questo scenario, emblematico è lo scarso utilizzo dello strumento della Call veloce che consente ai docenti di accorciare le procedure di entrata in ruolo in cambio dello spostamento di regione o di provincia dove sono disponibili i costi.
Assunzioni scuola 2023, cattedre scoperte al Nord: docenti non si spostano per il caro vita e vincolo mobilità
Anno scolastico nuovo, vecchi problemi nelle assunzioni degli insegnanti delle scuole del Nord Italia, le zone dove ci sono più posti e i più consistenti buchi nel numero di cattedre da assegnare. Dopo la “Buona scuola” di Matteo Renzi del 2015, riforma che aveva portato nelle scuole del Nord Italia migliaia di insegnanti provenienti dalle regioni del Sud, si è andata sempre più affermandosi una certa diffidenza nella scelta di spostarsi per andare a insegnare con il contratto a tempo indeterminato. Sta di fatto che gli insegnanti preferiscono rimanere nelle scuole del Sud facendo i supplenti piuttosto che mirare alla stabilizzazione, trasferendosi.
Assunzioni scuola 2023, opportunità per gli insegnanti con la Call veloce
Questo andamento sembrerebbe essere confermato anche nelle assunzioni dell’anno scolastico che sta per cominciare, rafforzato dal caro vita e dalle difficoltà della mobilità nella scuola. In questo scenario, anche lo strumento della Call veloce, che era stato introdotto proprio per incentivare gli insegnanti a spostarsi di provincia o di regione in cambio della stabilizzazione a tempo indeterminato, non sta dando i risultati sperati.
Basti pensare che in Emilia Romagna, con la Call veloce, sono arrivata appena 17 insegnanti su 2.137 posti vacanti nelle scuole della regione, dei quali 1.861 sul sostegno. In Lombardia la situazione non è difforme: su 2.600 posti, le proposte arrivate dai docenti sono appena un centinaio.
Le incognite della mobilità dei docenti
Nella scelta degli insegnanti pesa il caro vita. Lo stipendio iniziale di 1.200-1.300 euro non basta, soprattutto nelle grandi città, per chi deve andare a insegnare lontano dalla propria residenza. Spostarsi, inoltre, non darebbe la garanzia di un ritorno a breve nella propria provincia. Infatti, quasi tutte le operazioni di mobilità prevedono il vincolo triennale di permanenza nella scuola di titolarità di cattedra. Una regola che starebbe spingendo molti aspiranti insegnanti a rifiutare opportunità di spostamento in cambio della stabilizzazione.
Immissioni insegnanti, oltre 50mila per settembre 2023
Una delle conseguenze di questa situazione sarà l’ampio ricorso ai supplenti. I sindacati della scuola stimano in circa 200.000 le supplenze anche per l’anno scolastico 2023-2024, più o meno i numeri degli ultimi anni. Ad oggi, le assunzioni nella scuola per il prossimo anno sono arrivate a quota 62mila, delle quali circa 51mila degli insegnanti (50.807), 11mila dipendenti tecnici e amministrativi (Ata) e 280 dirigenti scolastici. A chiudere anche 419 insegnanti di religione cattolica. Delle oltre 50mila assunzioni di insegnanti, 32.784 riguardano docenti nelle materie di insegnamento comune e 18.023 sul sostegno.
Nuovo concorso straordinario ter per docenti precari in arrivo
Tra le prossime assunzioni, si segnala l’uscita del bando di concorso straordinario ter nella scuola per i docenti precari che dovrebbe immettere in servizio circa 30mila insegnanti. Le candidature, rientranti nelle procedure di rafforzamento degli organici previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), sono indirizzate ai precari storici che abbiano almeno tre anni di servizio nella scuola negli ultimi cinque. Il numero di crediti formativi universitari (Cfu) sufficiente per candidarsi è pari a 30. La restante parte dei crediti (altri 30) dovrà essere recuperata a concorso superato.