Carlo Mazzone non è stato solo un personaggio iconico del calcio italiano per via del suo carattere, è stato anche un allenatore di livello, molto amato dai grandi campioni che ha allenato.

Carlo Mazzone e il rapporto con Roberto Baggio

Roberto Baggio, si sa, non ha mai avuto grande feeling con i suoi allenatori. Sono noti i suoi contrasti con Lippi, Sacchi e Capello. Ma c’è un tecnico con cui ha avuto un rapporto speciale: Carlo Mazzone, che lo ha allenato a Brescia, durante alcune delle stagioni migliori della sua carriera.

Baggio ha sempre parlato bene di Mazzone, che lo metteva nelle condizioni ideali per rendere al meglio. E lo stesso allenatore ha sempre speso parole al miele per il suo fuoriclasse:

Gestire Roberto Baggio è stata una passeggiata. Era un amico che mi faceva vincere la domenica.

Mazzone raccontò anche un aneddoto che fa capire bene il valore umano del Divin Codino:

Roberto Baggio era puntuale, serio e la domenica mi faceva vincere. C’era un patto con lui. Non mi piaceva che quando si andava in trasferta i tifosi invadevano l’albergo e lui non aveva un attimo di respiro. Un giorno gli dissi “Quando sei stanco di firmare autografi, ti tocchi la testa e io intervengo”. Ma lui non si toccava mai la testa e allora sbottai “Aho, ma non ce l’hai una testa?”.
Lui mi rispose “Mister, come posso deludere gente che ha fatto centinaia di chilometri per incontrarmi?”.

Mazzone e Francesco Totti

Mazzone è famoso anche per essere stato l’artefice della consacrazione di Francesco Totti con la maglia della Roma.

Mazzone raccontò di aver rifiutato la proposta dell’allora presidente giallorosso Franco Sensi di acquistare Litmanen proprio per puntare sul giovane Totti: “Tanto abbiamo il ragazzino, sono soldi buttati”.

L’allenatore prese Totti sotto la sua ala protettiva difendendolo anche dal difficile ambiente romanista, per permettergli di crescere nella massima serenità:

Io ho avuto da subito la sensazione che Totti fosse uno dei migliori, ma l’ho nascosto, non ho avuto pubblicamente grandi slanci nei suoi confronti: Roma è una città molto difficile calcisticamente e ho sempre avuto l’istinto di difenderlo, tenendo per me le idee che avevo su di lui. È stato un onore essere stato il suo allenatore.

Anche Totti parlò pubblicamente di quanto fu importante Mazzone per lui: “Chissà come sarebbero andate la mia carriera e la mia vita se non ci fossi stato tu…”

Tra i due c’è sempre stato un bellissimo rapporto, come testimoniano le parole che Mazzone spese nei confronti di Totti in occasione dei vent’anni di carriera del capitano giallorosso in Serie A:

Per me è stato un grande piacere allenarlo, per l’uomo, perché oltre ad essere un grande campione, che sta facendo e ha fatto la storia della Roma, Francesco è una persona splendida che si merita, umanamente, tutti i traguardi che ha raggiunto. Nel mio periodo sulla panchina della Roma Totti mi ha dato grandi soddisfazioni.

Mazzone e Pep Guardiola

Un altro campione con cui Mazzone ebbe un grande rapporto fu Pep Guardiola, che terminò la sua carriera proprio nel Brescia allenato dar Sor Carletto.

Il centrocampista spagnolo all’inizio rimase spiazzato dal carattere di Mazzone, tanto che raccontò di aver pensato, dopo aver assistito dalla tribuna del Rigamonti alla folle corsa sotto la curva dell’Atalanta, “Quello è il mio allenatore? Ma è matto!”.

Guardiola ha anche raccontato cosa gli disse Mazzone durante il loro primo incontro:

Nel corso di una cena in albergo a Coccaglio Mazzone mi dice: ‘Pep, io non ti volevo. Non so cosa fai qua’. Penso: ‘Arrivo dal Barcellona, cosa succede?’. Subito dopo mi dice: ‘Ho acquistato Giunti e ho dato fiducia a lui, ora invece devo pensare a cosa fare con voi due nello stesso ruolo. Penso però che tu sia molto forte, ti vorrò bene e ti farò giocare’. Penso: ‘Meno male (ride, ndr)’.

In effetti le cose tra i due andarono benissimo. Lo stesso Guardiola ha avuto modo di ricordare in più occasioni come Mazzone per lui sia stato una persona incredibile: “Mi ha trattato come un figlio”.

Anche Mazzone spese parole di elogio nei confronti dello spagnolo:

Posso dire che Pep Guardiola è un ragazzo di una serietà pazzesca, a volte troppa. Per raccontare un aneddoto: mi ricordo che a Brescia a un certo punto vedevo che non parlava mai e gli faccio: “Ahò, ma te vuoi stare zitto?” E lui: “Ma come, non ho detto niente!”. E io: “Appunto, ti prendo in giro. Non mi dici niente? Non hai osservazioni da fare?”. E lui mi diceva che era così, non contestava, apprendeva e basta.