Le bollette di luce e gas non vengono più pagate grazie all’attivazione della prescrizione. Infatti, anche per le bollette di luce e gas entrano in gioco i meccanismi che ne rendono non più esigibile il pagamento. Nel frattempo, è essenziale conservare le fatture per un periodo di tempo specifico prima di potersi liberare di documenti e debiti. Esaminiamo insieme come funziona questo processo.

 Bollette luce e gas – Prescrizione

 La prescrizione è un diritto che si applica anche ai consumi. Si tratta di una norma introdotta nella legge di Bilancio 2018, la quale stabilisce un periodo specifico entro cui le bollette cadono in prescrizione.

Il legislatore è intervenuto per affrontare il problema dei maxi conguagli di luce e gas, ponendo un limite alle richieste di pagamento delle bollette relative alle forniture di luce e gas inviate dopo un certo periodo di tempo. Ecco perché in alcuni casi può risultare importante conservare la bolletta di luce e gas. Vediamo insieme il motivo.

 Quando le bollette non pagate vanno in prescrizione?

 Il periodo di prescrizione fa riferimento a un intervallo di tempo in cui non viene richiesto il pagamento delle bollette di luce e gas. La prescrizione delle bollette scatta dopo due anni. Se durante tale periodo il Fornitore non ha inviato alcun avviso di pagamento delle bollette, il diritto esercitato dal Fornitore dopo un determinato periodo di tempo si estingue a causa dei termini di prescrizione, come previsto dall’articolo 2934 del Codice Civile.

In altre parole, se non hai pagato la fattura per la fornitura di luce e gas e il fornitore non richiede il pagamento entro almeno 2 anni, non sei più obbligato a pagare.

Nello specifico, per le bollette emesse a partire dal 1° gennaio 2019, il periodo di prescrizione è di due anni, mentre per le forniture precedenti la prescrizione scade dopo 5 anni.

Se, nonostante sia trascorso il periodo di prescrizione, il fornitore di luce e gas richiede il pagamento delle bollette, è possibile presentare una contestazione formale inviandola tramite canali come la posta elettronica certificata, il fax o la raccomandata con ricevuta di ritorno. In alternativa, è possibile chiedere assistenza a un’associazione a difesa dei consumatori.

La lettera di contestazione dovrà includere i dati del titolare dell’utenza di luce e gas e il codice PDR. Alla richiesta andrà allegata la copia del documento di identità e la fattura per i consumi che non sono più pagabili.

Se, invece, la bolletta prescritta viene regolarmente pagata, non è possibile ottenere un rimborso.

 Quanti anni si possono tenere le bollette?

 Le regole sulla prescrizione delle bollette sono chiare. Se il fornitore richiede il pagamento di consumi relativi a un periodo coperto dalla prescrizione, ovvero antecedente ai due anni, è tenuto a inviare al cliente due bollette separate. In questo caso, il consumatore riceve una bolletta per il periodo attuale e un’altra per il periodo prescritto.

Inoltre, nella richiesta di pagamento dei consumi soggetti a prescrizione, il fornitore deve specificare le modalità attraverso le quali è possibile contestare tale richiesta.

Le nuove disposizioni sulla prescrizione delle bollette del gas stabiliscono che il fornitore deve comunicare in modo trasparente e chiaro queste informazioni al proprio cliente.

Se il cliente ha optato per la domiciliazione bancaria o postale delle bollette, la richiesta di pagamento per il periodo soggetto a prescrizione deve essere esclusa dal pagamento automatico. Tale disposizione è stata chiaramente indicata dall’Arera.

Tuttavia, nel caso in cui il ritardo nella fatturazione di un periodo superiore a due anni sia imputabile al cliente, il fornitore ha il diritto di includere il consumo di tale periodo nelle bollette regolari.

Nella fattura per la fornitura di gas o luce è necessario riportare, oltre alle istruzioni relative al reclamo, anche la presunta responsabilità del cliente.

Per quanto riguarda il periodo di prescrizione delle bollette, è consigliabile conservarle per almeno cinque anni.