Partita IVA apri e chiudi: con la pubblicazione di un comunicato stampa durante il corso della giornata di ieri, venerdì 18 agosto 2023, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato la cessazione d’ufficio di 1.221 partite IVA alla data del 31 luglio 2023.
Tali provvedimenti, nello specifico, sono stati adottati dall’amministrazione finanziaria con lo scopo di contrastare il fenomeno evasivo legato alle “partite IVA apri e chiudi”.
Di queste 1.221 chiusure, il 50% rappresentano le partite IVA che sono stabilite all’interno dei Comuni situati nelle Regioni Lazio e Lombardia.
In particolare, ci sono state:
- 359 cessazioni d’ufficio in Lombardia, ovvero il 29% del totale;
- 254 cessazioni d’ufficio nel Lazio, ovvero il 21% del totale;
- 166 cessazioni d’ufficio in Campania, ovvero il 14% del totale;
- 105 cessazioni d’ufficio in Toscana e in Veneto;
- 232 cessazioni d’ufficio in tutte le altre Regioni d’Italia.
I criteri di rischio attraverso i quali l’amministrazione finanziaria ha deciso di controllare ed, eventualmente, di procedere con la chiusura d’ufficio di quelle partite IVA che rientrano nella categoria c.d. apri e chiudi, sono stati definiti mediante le disposizioni che sono contenute all’interno del provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, del 16 maggio 2023.
Senza indugiare ulteriormente, quindi, andiamo subito a vedere insieme tutto ciò che riguarda la chiusura d’ufficio della partita IVA apri e chiudi ed, in particolare, qual è la normativa vigente in materia, quali sono le novità che sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2023 ed, infine, quali sono i dati delle cessazioni relativi a tutte le Regioni d’Italia.
Partita IVA apri e chiudi: l’Agenzia delle Entrate indaga sulle nuove aperture, ecco quali sono le novità che sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2023
In seguito alle modifiche che sono state apportate e alle analisi che sono state effettuate da parte delle strutture antifrode dell’Agenzia delle Entrate, l’amministrazione finanziaria ha avviato delle indagini nei confronti di 500 partite IVA che sono state aperte nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022.
Nello specifico, i criteri mediante i quali l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a stilare la lista delle partite IVA sulle quali indagare, sono i seguenti:
- la presenza di anomalie per quanto riguarda il profilo soggettivo;
- lo svolgimento di operazioni economiche consistenti, per un ammontare minimo pari a 2 miliardi di euro.
In merito alle regole che riguardano il fenomeno legato alla c.d. partita IVA apri e chiudi, la Legge di Bilancio 2023 ha apportato delle novità alle disposizioni che sono contenute all’interno del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, introducendo delle nuove misure con il fine di prevenire e di contrastare i fenomeni di evasione.
Nello specifico, il comma 15 bis.1 dispone:
“La cessazione d’ufficio della Partita Iva per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (cd. “Partite Iva apri e chiudi”).”
Il comma 15 bis.2, invece, prevede che:
“Il soggetto destinatario di un provvedimento di cessazione della Partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova Partita Iva solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di euro 50.000 (o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore).”
Ecco quali sono i dati delle cessazioni d’ufficio relativi a tutte le Regioni d’Italia
Ecco qui di seguito il numero delle chiusure d’ufficio che l’Agenzia delle Entrate ha disposto nelle varie Regioni d’Italia, per quanto riguarda il periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 e il 31 luglio 2023:
- Lombardia 359;
- Lazio 254;
- Campania 166;
- Toscana 105;
- Veneto 105;
- Liguria 38;
- Emilia Romagna 35;
- Sicilia 35;
- Abruzzo 28;
- Friuli Venezia Giulia 22;
- Molise 19;
- Puglia 19;
- Piemonte 18;
- Calabria 4;
- Marche 4;
- Sardegna 3;
- Umbria 3;
- Provincia di Trento 3;
- Basilicata 1.
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