Ogni margine di mediazione sembra essere svanito, dall’Africa occidentale non arrivano parole distensive per la pace in Niger: le forze dell’Ecowas sono pronte ad intervenire.

Guerra vicina, Ecowas pronto per intervento in Niger

Le forze dell’Ecowas sono pronte a intervenire in Niger “quando verrà dato l’ordine”. Questo in poche parole è trapelato dopo i colloqui ad Accra in Ghana sul colpo di stato che ha estromesso Mohamed Bazoum da presidente del Niger.

Il funzionario dell‘Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale ha dichiarato al margine del secondo giorno di incontri di preparazione di un possibile intervento armato in Niger.

Siamo pronti a partire ogni volta che verrà dato l’ordine. Anche il D-Day è deciso


La diplomazia non si arrende

Prima dell’intervento militare l’Ecowas non si è precluso l’ultimo tentativo diplomatico, nelle prossime ore potrebbe essere inviata una missione in Niger, così come ha spiegato Abdel-Fatau Musah, commissario per gli affari politici e la sicurezza Ecowas.

“Domani c’è la possibilità che una missione dell’Ecowas vada in Niger per continuare a perseguire il percorso pacifico per il ripristino dell’ordine costituzionale. Siamo pronti a risolvere la questione pacificamente, ma ci vogliono due persone per ballare il tango

Le delegazioni precedenti però non sono riuscite a incontrare il nuovo presidente golpista nigerino e le dichiarazioni degli ultimi giorni non promettono nulla di positivo.

Nel Paese del Sahel la tensione resta altissima, non si placano le scorribande dei gruppi terroristici che negli ultimi giorni hanno provocato decine di morti negli attacchi armati nel sud-ovest.

Dal Niger arriva la risposta secca con Mali e Burkina Faso

In concomitanza con gli incontri di Accra diversi ufficiali dello Stato Maggiore delle Forze Armate di Burkina Faso, Mali e Niger si sono incontrati a Niamey per “sviluppare un piano di risposta agli attacchi codardi e ingiusti pianificati dall’Ecowas”.

La televisione di stato nigerina Télé Sahel ha assicurato che questo incontro “ha tradotto la volontà dei leader dei tre paesi di difendere il Niger e il suo popolo da ogni forma di aggressione“, senza fornire ulteriori dettagli sul contenuto dell’incontro.

L’Africa occidentale sembra ormai spaccata in due fronti poco dialoganti, da un lato i governi di Nigeria, Benin, Costa d’Avorio e Senegal che hanno confermato pubblicamente nelle ultime settimane la disponibilità dei loro eserciti a intervenire in territorio nigerino.

All’estremo opposto, Mali e Burkina Faso, Paesi confinanti governati da giunte militari, si oppongono all’uso della forza e affermano che qualsiasi intervento in Niger equivarrebbe a una dichiarazione di guerra anche nei loro confronti.

Ciad, Guinea-Conakry, Algeria e Capo Verde rifiutano un intervento militare e sostengono invece il dialogo.

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