Pensioni, ecco quali sono gli aumenti e i nuovi importi del 2023 soprattutto grazie alla rivalutazione degli assegni previdenziali al tasso di inflazione osservato dall’Istat nel 2022. Gli incrementi del trattamento mensile hanno anticipato alcuni interventi avvenuti durante l’anno in corso, in particolare relativi alla riforma fiscale (per la quale è attesa una revisione delle aliquote Irpef che diventeranno tre) e alle novità sulla quattordicesima mensilità.

In sede di legge di Bilancio 2023, gli importi delle pensioni fino a 2.100 euro lordi circa, hanno avuto un aumento pieno rispetto all’inflazione registrata nello scorso anno, che è stata pari al 7,3%. L’incremento definitivo dei prezzi al consumo è stato dell’8,1%: la differenza verrà recuperata nei cedolini di pensione del 2024.

Pensioni, ecco gli aumenti e i nuovi importi del 2023

Pensioni in aumento durante il 2023 grazie agli interventi registrati nell’indicizzazione all’inflazione che, nel 2023, è stata del 7,3 per cento. La differenza rispetto al dato definitivo (che è stato dell’8,1 per cento) verrà recuperata nei cedolini di pensione del prossimo mese di gennaio. Intanto, nei cedolini di pensione si notano gli aumenti derivanti dall’adeguamento all’inflazione. I pensionati che percepiscono 1.000 euro lordi di pensione, da gennaio del 2023 hanno visto crescere l’importo di 73 euro lordi. Il netto, che corrisponde a 919 euro, è aumentato di 52 euro, per un incremento complessivo percentuale rispetto al 2022 del 5,94%.

Pensioni aumenti importi per chi prende da 1.500 a 3.000 euro al mese

Chi nel 2022 percepiva una pensione di 1.500 euro lordi mensili, nel 2023 ha visto crescere l’importo a 1.610 euro, con una differenza di 110 euro. La pensione netta è pari a 1.272 euro, con un aumento mensile netto di 75 euro e un incremento percentuale rispetto al 2022 del 6,27 per cento. I pensionati che nel 2022 prendevano 2.000 euro lordi mensili, quest’anno percepiscono 2.146 euro, con un aumento di 146 euro lordi. L’importo netto del 2023 è di 1.629 euro, con un incremento mensile rispetto al 2022 di 100 euro netti, pari al 6,55 per cento. Al di sopra dei 2.100 euro lordi di pensione non si percepisce il pieno aumento all’inflazione, ma una parte di esso.

Pertanto, chi nel 2022 percepiva una pensione di 2.500 euro lordi, nel 2023 ha avuto un aumento di 155 euro lordi. Nel cedolino risulteranno 2.655 euro lordi, pari a 1.924 euro netti, per un incremento mensile netto di 96 euro (più 5,24% rispetto al 2022). Come si vede, l’aumento di chi ha una pensione di 2.655 euro è minore rispetto a quello dei percettori di pensioni di 2.146 euro lordi. Più basso, in termini percentuali e assoluti, è l’aumento di chi percepisce una pensione di 3.000 euro, quest’anno indicizzata a 3.116 euro lordi. L’incremento è stato di 116 euro lordi, per un importo mensile netto nel cedolino di 2.186 euro. L’aumento percentuale è del 3,39 per cento.

Rivalutazioni e nuovi incrementi di pensione, cosa cambia

Sempre più in calo l’aumento delle pensione di chi percepisce di più mensilmente. Per le pensioni di 4.000 euro lordi al mese (4.137 euro lordi nel 2023), l’incremento è stato pari a 137 euro. Gli importi netti corrispondono a 2,726 euro mensili per un aumento, rispetto al 2022, del 2,95 per cento. Gli aumenti di chi percepisce trattamenti di 5.000 e 6.000 euro (rispettivamente, più 135 euro e 140 euro lordi, pari a 77 e 80 euro netti), danno come aumento percentuale appena il 2,43% e il 2,17%.