È in arrivo il pagamento del Tfr e Tfs anticipato agli statali per la fine del mese di agosto per chi abbia chiesto il prestito. L’Inps dovrebbe effettuare i primi versamenti tra la fine del mese e gli inizi di settembre. Si tratta di una procedura per sbloccare i tempi di attesa degli ex dipendenti del pubblico impiego nel ricevere il Trattamento di fine rapporto o di fine servizio.

L’Istituto di previdenza aveva avviato le pratiche per la richiesta del Tfr anticipato mediante prestito con un tasso di interesse pari all’1 per cento. L’operazione, che è stata avviata nello scorso mese di febbraio, consente di risparmiare rispetto agli istituti di credito privati che richiedono mediamente il 4 per cento di interesse.

Pagamento Tfr e Tfs anticipato agli statali in arrivo a fine mese: ultime novità Inps su chi ha chiesto il prestito

Sono in arrivo i primi pagamenti dei Tfr e Tfs degli ex dipendenti del pubblico impiego, andati in pensione e in attesa ancora della buonuscita. Il versamento avverrà da parte dell’Istituto di previdenza a favore di chi abbia presentato richiesta dell’anticipo del Trattamento di fine rapporto o di fine servizio mediante la concessione di un prestito al tasso di interesse dell’1 per cento. Tuttavia, i fondi messi a disposizione dall’Inps per questa misura sono limitati. In effetti, si era parlato perfino di un click day nel momento dell’implementazione della piattaforma per la presentazione delle domanda in via telematica a inizio del 2023.

La misura consentirà di accorciare i tempi di attesa affinché l’ex dipendente statale percepisca la liquidazione. Mediamente, possono passare anche cinque anni per i dipendenti del pubblico impiego, mentre la procedura dei lavoratori del settore privato è molto più veloce.

Pagamento Tfr e Tfs anticipato, le novità in arrivo per accorciare l’attesa dopo la pensione

Nello scorso mese di giugno, la Corte costituzionale si è espressa con la sentenza 130 mediante la quale aveva contestato i tempi di attesa per gli ex dipendenti della Pubblica amministrazione rispetto alla maturazione della pensione di vecchiaia. Infatti, affinché i lavoratori statali ricevano il pagamento del Trattamento di fine rapporto (Tfr) o di fine servizio (Tfs) passano almeno due anni, prima del versamento della prima tranche. Le regole sulle quali la Consulta ha quindi richiamato all’attenzione riguardano il pagamento della liquidazione a partire dai 67 anni di età, requisito della pensione di vecchiaia, mentre per la pensione anticipata non vi sono stati particolari osservazioni per non incentivare gli strumenti previdenziali che consentono l’uscita anzitempo.

Conti alla mano, mediamente ogni anno vanno in pensione nella Pubblica amministrazione tra i 100mila e i 120mila dipendenti, il 70% con il canale delle pensioni anticipate (come avvenuto nel 2022), il 27% con la vecchiaia e il 3% con l’invalidità. Chi va in pensione con l’anticipata contributiva aspetta di più: infatti, i due anni di attesa si conteggiano a decorrere dalla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Liquidazione dopo la pensione di vecchiaia: nuovo prestito con bonus fiscale?

Nel frattempo, si attende l’uscita di un nuovo decreto del governo guidato da Giorgia Meloni in merito alla risoluzione della questione relativa al pagamento del Trattamento di fine rapporto ai dipendenti della Pubblica amministrazione. Il provvedimento dovrebbe ricalcare quanto ha posto all’attenzione la sentenza della Corte costituzionale. Tuttavia, l’adozione del decreto comporta una spesa elevata, considerando la portata delle liquidazioni che ammonterebbero a 13,9 miliardi di euro, secondo i calcoli dell’Istituto di previdenza.

Nel nuovo provvedimento si potrebbero allargare le possibilità di richiesta di prestito per l’anticipo sul Tfr. Gli eventuali interessi (anche del settore bancario, i cui tassi a inizio 2024 risultano più bassi) potrebbero essere ammessi alla detrazione fiscale come misura di incentivo alla richiesta del prestito.