Fare le vacanze nel Mediterraneo è sempre più caro, sotto la lente non solo l’Italia e i suoi problemi tra caro benzina e i prezzi sugli scontrini. Tante località dalla Croazia alla Grecia, passando per Turchia e Francia registrano prezzi in aumento.

Il caro vacanze nei prezzi in Croazia

A lamentarsi del caro prezzo delle località di mare non ci sono solo gli italiani che si sono imbarcati in forza verso l’Albania. Ci sono anche i tedeschi che dalle pagine del quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung si lamentano della Croazia, diventata ormai “località per un turismo di lusso”.

Ritenuta da sempre non certo una località a buon mercato, la Croazia paga soprattutto il passaggio all’euro che, per stessa ammissione delle finanze in giugno, avrebbe registrato un’aumento sproporzionato dei prezzi. Stimati dalla stampa croata anche del 77% rispetto al 2019, quando l’euro ancora non era in vigore (l’euro è entrato in vigore nel 2023).

Non solo lusso, l’Italia che modello segue

La Croazia con l’Italia resta uno dei paesi preferiti per i vacanzieri della mitteleuropa, ma le due economie sono molto diverse per grandezza.

I croati come noi puntano molto sul turismo, 11,3% del pil, (Italia 6,2%) ma hanno deciso farlo verso l’alto, con un’offerta deluxe. Il nostro paese invece ha numeri e varietà riguardo al turismo non paragonabile al vicino d’oltre adriatico.

Posizionarci troppo verso l’alto rischia di distruggere quella che è la domanda turistica interna, ed infatti quest’anno molti sono fuggiti verso paesi come l’Albania.

Il caso italiano è ben più complesso e rappresenta un mercato molto ampio che però in sostanza non ha saputo sostenere, come quello croato, un aumento di prezzi a tratti decisamente arbitrario, anche rispetto ai valori inflazionistici.

Opposizioni contro la ministra Santanchè

In Italia l’offerta turistica è caratterizzata da una componente domestica dominante, trend che è cresciuto ulteriormente con la pandemia.

Aspetto che non permette una crescita lineare spalmato per tutto l’anno, costringendo il settore a vivere nella precarietà della stagionalità. Un problema serio per la ministra Santanché che fin dal primo giorno ha detto di puntare ad un allargamento del calendario turistico nazionale.

Una situazione acuita anche da alcuni ritardi come la liberalizzazione delle licenze dei balneari, ancora tirati in ballo dalle opposizioni, in particolare dal segretario di +Europa Riccardo Magi.

“Mentre le presenze in questa stagione nel Turismo segnano un clamoroso -30% e il costo di lettini e ombrelloni si impenna, Santanchè continua a difendere balneari e concessioni decennali a prezzi ridicoli e spreca ben 9 milioni di euro per questa campagna social ferma e fallimentare”

Lo stesso Magi poi punta il dito nei riguardi della discussa campagna pubblicitaria del ministero del Turismo “open to Meraviglia”, colpevole di essersi fermata e di non aver per nella portato benefici al turismo italiano.

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