Recentemente, la nota agenzia di valutazione del credito Fitch Ratings ha presentato un aggiornamento del suo Global Economic Outlook trimestrale. Questo report offre un quadro delle prospettive economiche globali, mettendo in luce i potenziali tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per alcune delle principali economie sviluppate. I risultati delle stime sono al ribasso per molti Paesi, ma ci sono due sorprendenti eccezioni: Francia e, soprattutto, Italia.

Fitch Ratings: revisioni al ribasso, con due eccezioni

Mentre per la maggior parte dei paesi analizzati sono state abbassate le stime di crescita, Italia e Francia si sono distinte positivamente. Fitch ha rivisto al rialzo le proiezioni per questi due paesi europei, con incrementi rispettivamente di 0,7% e 1,2%. Francia sugli scudi, dunque, ma anche il nostro Paese ha raggiunto una stima di traguardo importante, soprattutto se raffrontato ad altri Paesi. Una delle ragioni principali dietro l’aggiornamento positivo per l’Italia risiede in un’accelerazione degli investimenti.

Al contrario, paesi come Regno Unito, Germania e Giappone hanno visto un taglio nelle proiezioni del PIL di 0,2 punti percentuali. Gli Stati Uniti hanno anche subito una leggera riduzione, passando dall’1,8% all’1,7%. Questi aggiustamenti vanno quindi a sottolineare un’attuale incertezza economica in molte delle principali economie mondiali.

Quali sono le economie stabili

Alcune nazioni, tuttavia, non hanno subito variazioni nelle proiezioni. È il caso di Australia, Canada, Svizzera e Spagna, i cui tassi di crescita potenziale rimangono invariati, oscillando tra 2,1% e 1,4%.

Brian Coulton, capo economista di Fitch Ratings, ha evidenziato un’osservazione preoccupante, suggerendo che molte delle principali economie sviluppate potrebbero non ritornare ai livelli di crescita pre-pandemici nemmeno nel medio termine. Questa prospettiva emerge dalla combinazione di eventi traumatici recenti, come la pandemia di Covid-19 e le turbolenze energetiche in Europa.

Questi grandi shock economici hanno avuto un impatto significativo e duraturo sul potenziale produttivo, l’accumulazione di capitale e la produttività del lavoro. Per esempio, sia negli USA che nel Regno Unito, è stata registrata una riduzione nella partecipazione al lavoro.

Fitch Ratings e la situazione dei Paesi Bassi

Guardando oltre le proiezioni di Fitch, un esame della situazione economica dei Paesi Bassi evidenzia ulteriori criticità e sfide da affrontare. Il Cbs olandese, ovvero l’organismo che si occupa del coordinamento generale dei servizi statistici dei Paesi Bassi, ha riferito che la recessione nel paese è stata esacerbata da un calo delle esportazioni e della spesa delle famiglie, a causa dell’aumento dei tassi d’interesse. Peter Hein van Mulligen, capo economista dell’ufficio statistico, ha commentato sull’evoluzione dell’economia olandese, sottolineando come, nonostante una ripresa iniziale post-pandemica più forte di altri paesi europei, la situazione si è ora invertita.

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Tuttavia, van Mulligen ha anche sottolineato che questa non è una recessione tradizionale caratterizzata da fallimenti diffusi e massicce perdite di posti di lavoro. Piuttosto, l’economia olandese ha mostrato una crescita minima o stagnante per quattro trimestri consecutivi. Van Mulligen ritiene che questo periodo possa essere visto come una fase di stagnazione, piuttosto che come un’imminente crisi economica. A tal proposito, ha anche evidenziato che ci possono essere lati positivi in una lieve recessione. Una leggera contrazione può alleviare la pressione sul mercato del lavoro, facilitando per le aziende la ricerca di personale qualificato.

La Francia e il Belgio hanno visto una crescita nel trimestre precedente, mentre la Germania, colosso economico dell’Europa, ha mostrato segni di stallo. Nonostante le sfide correnti, il Ministro dell’Economia ad interim dei Paesi Bassi, Micky Adriaansens, ha espresso un medio ottimismo sulle basi economiche del paese, ma ha anche sottolineato la necessità di affrontare i problemi dell’inflazione e degli aumenti dei tassi di interesse, soprattutto in previsione del Prinsjesdag, ovvero l’annuale discorso sullo stato dell’economia nazionale.