Il mondo soffre in nuove guerre e continui conflitti perché sta vivendo «un’epidemia di inimicizia»: così Papa Francesco riassume la condizione di tensione che si respira in molte parti del globo, attraverso un messaggio, a firma del Cardinale Pietro Parolin, inviato presso il meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli.
Nell’ambito di una celebrazione dei contatti tra Nazioni diverse, dunque, il Pontefice denuncia il clima contrario: per il mondo serpeggia una «comunicazione» distorta, che «semina nei cuori rancori e paure». Con queste parole si apre il messaggio di Bergoglio:
Mentre, purtroppo, la guerra e le divisioni seminano nei cuori rancori e paure, e l’altro diverso da me è percepito spesso come un rivale, la comunicazione globale e pervasiva fa sì che questo atteggiamento diffuso diventi una mentalità, che le differenze appaiano sintomi di ostilità e si verifichi una sorta di epidemia di inimicizia.
Davanti a queste parole suona audace, come ammette lo stesso Francesco, il titolo del meeting, “L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile“. La sua audacia sta tutta nell’andare «controtendenza», cercando di opporsi con un dialogo internazionale agli imperativi di individualismo e solitudine a cui ci ha abituati il nostro tempo.
È una situazione dalla quale è impossibile uscire con le proprie forze. Da sempre l’umanità ne ha fatto esperienza: nessuno si può salvare da solo.
Si legge nel messaggio uscito dalla penna di Parolin a nome del Pontefice e inviato al Vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi.
Meeting di Rimini: “L’apertura all’altro è uno dei tratti distintivi di Papa Francesco”
Nel messaggio si insiste anche sull’esempio che i fedeli possono trarre proprio dalla figura del Papa in materia di amicizia e apertura verso il prossimo: per l’autore del testo infatti
l’atteggiamento di apertura all’altro come fratello è uno dei tratti distintivi del pontificato di Papa Francesco, della sua testimonianza e del suo magistero.
Anche il Vangelo di Giovanni, ricorda il messaggio, ci insegna quali leggi regolano l’amicizia, secondo le parole stesse di Cristo: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici». Da qui parte dunque la richiesta di Francesco al popolo cristiano:
Per questo il Santo Padre chiede ai cristiani e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà di non rimanere sordi davanti al grido che sale a Dio da questo nostro mondo. Non bastano i discorsi, occorrono piuttosto ‘gesti concreti’ e ‘scelte condivise’ che costruiscano una cultura di pace lì dove ciascuno di noi si trova a vivere.
Poi, riprendendo alcune parole del Santo Padre pronunciate al meeting mondiale sulla fraternità umana del 10 giugno, il messaggio conclude:
Dobbiamo ‘riconciliarci in famiglia, con gli amici o con i vicini, pregare per chi ci ha ferito, riconoscere e aiutare chi è nel bisogno, portare una parola di pace a scuola, in università o nella vita sociale, ungere di prossimità qualcuno che si sente solo…’.
“Che il meeting per l’amicizia continui a promuovere la cultura dell’incontro”
Per il Cardinale Parolin, secondo quanto scritto nel suo messaggio, l’insegnamento che proviene dalle parole di Papa Francesco e dal Vangelo è un messaggio universalmente valido, anche al di là dell’appartenenza religiosa, perché parla di un bisogno – quello dell’amicizia – che è comune a tutti gli esseri umani.
La necessità in questo mondo di conflitto è dunque quello di recuperare e valorizzare questo bisogno, anche attraverso esperienze come quella del meeting di Rimini, arrivato quest’anno alla sua quarantesima ricorrenza:
Non è forse questo il contributo che il Meeting per l’amicizia fra i popoli ha cercato di dare nella sua storia ormai più che quarantennale? Essere luogo di amicizia tra le persone e i popoli, aprendo strade di incontro e di dialogo. In questa ora travagliata della storia, il Papa vi incoraggia affinché non venga mai meno la disponibilità a un”amicizia inesauribile’.
Si legge nel messaggio.