Diana Schivardi, figlia dell’ex miss Italia del 1988 Nadia Bengala, è stata oggi in arresto per un tentato taccheggio in un grande magazzino dell’Esquilino, a Roma. Dopo essere stata scoperta con vestiti e profumi in una borsa, Schivardi ha anche aggredito l’addetto alla sicurezza.
Il tentato taccheggio all’Upim di Roma e l’arresto di Diana Schivardi
I fatti risalgono allo scorso 16 agosto: dopo aver staccato le placche antitaccheggio ai vestiti e ai profumi trovati nel negozio, Schivardi ha cercato di uscire dall’Upim dell’Esquilino senza pagare la merce presa. La ragazza aveva trovato un angolo del negozio dove, pensando di non essere vista, ha buttato le placche e nascosto vestiti e profumi nella propria borsa.
Poco prima dell’uscita è stata fermata dall’addetto della sicurezza, un ragazzo nigeriano oggetto di insulti e frasi razziste da parte di Schivardi, la quale ha reagito violentemente alla richiesta di aprire la borsa e di svuotarne il contenuto.
La ragazza, 27enne figlia di Nadia Bengala e Otto Schivardi (commercialista romano), ha poi insultato anche la responsabile del negozio, “colpevole” di non voler chiudere un occhio sul tentato furto. Persistendo Schivardi nel suo atteggiamento ostile, la responsabile ha chiamato i carabinieri di Piazza Dante che hanno proceduto all’arresto.
Nella mattinata di oggi 17 agosto si è svolta l’udienza di convalida a piazzale Clodio: Schivardi ha scelto il silenzio, senza commentare l’accaduto. Il pm Gianluca Mazzeri ha convalidato l’arresto e Schivardi al momento è libera in attesa del processo, dovendo difendersi dalle accuse di furto, minacce e percosse aggravati dall’odio razziale.
La giovane resterà quindi a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il valore della merce del tentato taccheggio e gli insulti razzisti all’addetto della sicurezza
La figlia di Nadia Bengala aveva messo nella sua borsa, al momento della scoperta del tentato furto, 18 articoli per un valore di circa 200 euro. All’addetto della sicurezza, “reo” di fare solo il suo lavoro, Schivardi ha riservato calci, pugni e frasi razziste del tipo “N…o di merda, tornate nel tuo paese!“: tutti elementi che hanno aggravato la posizione della ragazza.
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