Ha fatto molto scalpore il libro autoprodotto e pubblicato dal generale Roberto Vannacci, dal titolo “Il mondo al contrario“, dove il militare, ex capo dei paracadutisti della Folgore e oggi capo dell’Istituto Geografico Militare, ha espresso certe posizioni decisamente divisive.
Il volume ha immediatamente riscosso un certo successo, tanto da essere schizzato al terzo posto della classifica dei libri più venduti su Amazon. Si tratta di una sorta di Zibaldone – il paragone è evidentemente al rialzo – , in cui il generale mette insieme delle sue personali riflessioni su quali siano le afflizioni del mondo.
Nell’elenco ce n’è per tutti: dagli immigrati agli omosessuali. Così recita la quarta di copertina, che propone un insieme di situazioni che, per il generale, solo il segnale del decadimento della nostra società:
Occupanti abusivi delle abitazioni che prevalgono sui loro legittimi proprietari; quando si spende più per un immigrato irregolare che per una pensione minima di un connazionale; quando l’estrema difesa contro il delinquente che ti entra in casa viene messa sotto processo; quando veniamo obbligati ad adottare le più stringenti e costosissime misure antinquinamento, ma i produttori della quasi totalità dei gas climalteranti se ne fregano e prosperano.
Cosa dice il Generale Vannacci nel libro “Il mondo al contrario”
Ciò che però più di tutto, nel marasma dei commenti e delle analisi personali del generale, ha avviato la bufera che si è abbattuta sul suo scritto sono stati i commenti sulle persone omosessuali. «Normali non lo siete, fatevene una ragione!», scrive Vannacci. In generale, il militare sembra avercela particolarmente con tutto ciò che minacci il concetto di “Famiglia“, non a caso annotata con la “F” maiuscola in tutto il volume.
Anche la celebrazione dell’essere single, con le città che stanno diventando che dei veri e propri centri per scapoli borghesi, entra dunque nel mirino delle accuse profuse dal generale:
Le città si trasformano in luoghi per single benestanti e alternativi mentre lavoratori, operai e Famiglie sono costretti ad abbandonarle; quando definirsi padre o madre diventa discriminatorio, scomodo ed esclusivo perché urta con chi padre o madre non è; quando si inneggia a larga voce per l’adozione di sempre più disparati diritti senza prevedere un altrettanto fitta schiera di doveri; quando non sai più come chiamare una persona di colore perché qualsiasi aggettivo riferito all’evidentissima e palese tinta della sua pelle viene considerato un’offesa. Molti chiamano questa condizione Civiltà e Progresso. Ecco, questo libro è dedicato a tutti gli altri!
Così conclude la quarta di copertina, iniziando una prolissa raccolta di 357 pagine di accuse a destra e a manca, tra l’altro convenientemente acquistabile con il Bonus Cultura e Bonus Carta del Docente.
La dedica di Vannacci ai lettori: “Libro dedicato a chi percepisce la dissonanza degli eventi con il sentire comune”
Il Generale Vennacci ha già dedicato al suo lavoro una presentazione dove spiega a chi è dedicato e da dove prende le mosse “Il mondo al contrario”. Il libro vuole innanzitutto rivolgersi a tutti quelli che, come l’autore
Percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune come logica e razionalità.
Vannacci calca la mano su questo tema, e continua:
Ma la circostanza anomala è rappresentata dal fatto che questo sgradevole sentimento di inadeguatezza non si limita al verificarsi di eventi specifici e circoscritti della nostra vita, a fatti risonanti per quanto limitati, ma pervade la nostra esistenza sino a farci sentire fuori posto, fuori luogo ed anche fuori tempo.
Spiega l’autore. L’opera parla dunque a quella fetta di popolazione che non si rispecchia nella scala valoriale che, sempre a detta del generale filosofo, si è imposta nel nostro tempo.
Si tratta di una cerchia in realtà maggioritaria del popolo, che si è fatta asserragliare da
Quella serratura di sicurezza a cinque mandate che una minoranza di delinquenti ci ha imposto di montare sul nostro portone di casa per inoltrarci in una città in cui un’altra minoranza di maleducati graffitari imbratta muri e monumenti, sperando poi di non incappare in una manifestazione di un’ulteriore minoranza che, per lottare contro una vaticinata apocalisse climatica e contro i provvedimenti già presi e stabiliti dalla maggioranza, blocca il traffico e crea disagio all’intera collettività.
Così conclude la presentazione del libro, prendendosela infine anche con i dibattiti odierni:
I dibattiti non parlano che di diritti, soprattutto delle minoranze: di chi asserisce di non trovare lavoro, e deve essere mantenuto dalla moltitudine che il lavoro si è data da fare per trovarlo; di chi non può biologicamente avere figli, ma li pretende; di chi non ha una casa, e allora la occupa abusivamente; di chi ruba nella metropolitana, ma rivendica il diritto alla privacy.
Il libro di Vannacci raccoglie gelidi commenti: l’Esercito prende le distanze e Crosetto parla di “Farneticazioni”
Tutta l’arte e la perizia con cui Vannacci ha raccolto le sue eccentriche – a dir poco – idee non è stata per nulla apprezzata dall’ambiente dell’Esercito di cui fa parte, e nemmeno da quello della politica. Lo Stato Maggiore ha pubblicato una nota in cui prende apertamente le distanze dai contenuti del testo firmato da Vannacci, seguito a ruota dalle Forze Armate.
Stesso gelido benvenuto è stato riservato all’opera anche da parte del Ministro della Difesa Guido Crosetto, che su Twitter ha troncato sul nascere qualsiasi critica generalizzata all’Esercito definendo le parole di Vannacci solo «farneticazioni personali»:
Non utilizzate le farneticazioni personali di un Generale in servizio per polemizzare con la Difesa e le Forze Armate. Il generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione.
Crosetto sbaglia di grosso; quando la destra si mette a scimmiottare la sinistra vuol dire che ha già perso le prossime elezioni