Almeno 72 i morti nella regione dell’Himachal Pradesh in India a causa delle incessanti piogge torrenziali che hanno scatenato frane e alluvioni, mettendo in pericolo la vita dei residenti e provocando il crollo di abitazioni e strade. Questo disastroso evento è stato causato dalla stagione dei monsoni, con piogge intense che hanno colpito il nord dell’India nel corso dell’ultima settimana, lasciando dietro di sé distruzione e panico.
Frane causate dai monsoni fanno 72 morti in India
Le vittime sono state segnalate principalmente a Shimla, una pittoresca cittadina turistica nell’Himachal Pradesh, che è stata colpita duramente dalle piogge abbondanti. Il capoluogo dello stato è noto per la presenza di numerosi templi religiosi hindu, ma proprio uno di questi è crollato a causa delle frane, causando la morte di almeno 14 persone e facendo temere che molti altri siano ancora intrappolati tra le macerie.
La situazione è stata aggravata da cloudburst, piogge intense e improvvise, che hanno colpito il distretto di Solan, causando la morte di sette persone. Le autorità hanno dichiarato che i decessi totali sono saliti a 72 nell’arco di cinque giorni.
Le squadre di soccorso, compresi l’Indian Air Force e i team di risposta alle catastrofi nazionali e statali, sono stati mobilitati per evacuare le persone dalle aree a bassa quota e vulnerabili. Più di 2.000 persone sono state salvate utilizzando elicotteri e barche a motore e sono state portate in centri di accoglienza temporanei.
Le immagini sui social media mostrano case distrutte dalle frane e alberi caduti a pezzi a causa delle intense piogge, mentre i residenti cercano di mettersi in salvo e gridano “andatevene” e “indietro”. La devastazione è palpabile, e le autorità stanno facendo del loro meglio per garantire la sicurezza delle persone coinvolte.
Capo Sukhu: “Danni da un miliardo”
Secondo il Dipartimento Meteorologico dell’India, è prevista una pioggia isolata ma intensa per lo stato nei prossimi due giorni, il che potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione. Il capo del governo dello stato, Sukhvinder Singh Sukhu, ha affermato che sarà necessario almeno un anno per ricostruire l’infrastruttura distrutta dalle piogge di questa stagione dei monsoni, stimando una perdita di circa 100 miliardi di rupie (circa 1,2 miliardi di dollari).
Gli esperti locali sottolineano che la causa principale di questa catastrofe è probabilmente da attribuire alla costruzione non pianificata in questa regione vulnerabile. Anand Sharma, un meteorologo in pensione del Dipartimento Meteorologico Indiano, ha dichiarato che “è la scarsa pianificazione e la mancanza di governance che hanno portato a tanto danno“. La costruzione indiscriminata di infrastrutture vicino ai fiumi per ospitare il crescente numero di turisti che visitano lo stato è stata criticata da abitanti del luogo ed esperti ambientali.
La stagione dei monsoni, che si verifica tra giugno e settembre, è spesso associata a disastri come frane e alluvioni nelle regioni himalayane dell’India. Tuttavia, gli esperti ritengono che la crisi climatica stia giocando un ruolo significativo nell’intensificazione di eventi meteorologici estremi come questi.
L’India continua a tremare in attesa tutto torni finalmente alla normalità.