La città di Jaranwala, situata nella provincia orientale del Punjab, Pakistan, è stata scossa da violenti attacchi a cinque chiese cristiane, che sono state saccheggiate e bruciate. I disordini sono stati innescati da presunte attività di blasfemia commesse da due individui cristiani nei confronti del Corano, il libro sacro dell’Islam. Video virali pubblicati su piattaforme social mostrano centinaia di persone armate di bastoni e manganelli che hanno assaltato le chiese e case private, incendiandole. Secondo il sito pachistano Geo, il leader cristiano Akmal Bhatti ha dichiarato: “Sono stati profanati i libri sacri e i cristiani sono stati torturati e vessati, essendo stati ingiustamente accusati di violare il Sacro Corano.

Pakistan, chiese e case di cristiani bruciate: “Hanno profanato il Corano”

Le tensioni sono salite alle stelle nella regione, ma il responsabile dell’Informazione del Punjab, Amir Mir, ha assicurato che la sicurezza delle chiese è stata intensificata grazie a un massiccio dispiegamento delle forze dell’ordine. Il moderatore della Chiesa del Pakistan, il vescovo protestante Azad Marshall, ha espresso indignazione su Twitter:

Le Bibbie sono state profanate e i cristiani sono stati torturati. Il governo deve intervenire per porre fine a questa violenza.

Le autorità pakistane hanno reagito prontamente, annunciando oltre 100 arresti in relazione agli attacchi. La polizia provinciale ha confermato che non ci sono state vittime durante i disordini. Saranno condotte indagini approfondite, anche analizzando le riprese video degli incidenti, al fine di individuare i responsabili di queste azioni violente.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha condannato con forza gli attacchi alle chiese cristiane, affermando su Twitter: “Rinnovo il mio appello affinché cessi ogni forma di violenza nei confronti delle minoranze religiose e venga garantita la libertà di manifestare il proprio credo.” Tajani ha anche evidenziato che le accuse di blasfemia sono infondate e ha esortato a promuovere il rispetto reciproco e la tolleranza religiosa.

La comunità cristiana in Pakistan rappresenta solo il 2% della popolazione e spesso è vittima di accuse di blasfemia basate su prove fragili o inesistenti. Gli attacchi a Jaranwala richiamano l’attenzione sulla necessità di garantire la libertà religiosa e di promuovere il dialogo interreligioso per evitare l’escalation delle tensioni in una società già segnata da divisioni. Il governo pakistano, attraverso il premier ad interim Anwaarul Haq Kakar, ha riaffermato il suo impegno a proteggere le minoranze religiose e a promuovere un clima di pace e armonia tra le diverse comunità del paese.