Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stato un nobile e scrittore, autore di uno dei romanzi più importanti nella storia della letteratura, “Il Gattopardo”.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, chi era?
Nato il 23 dicembre 1896 a Palermo, Giuseppe Tomasi fu duca di Palma e Montechiaro e principe di Lampedusa.
Partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale, rimanendo nell’esercito fino al 1925, dopodiché si ritirò quindi a vita privata all’estero, anche perché avverso al fascismo.
Giuseppe Tomasi decise di scrivere, nei suoi ultimi anni di vita, un romanzo in parte basato sulla vita del bisnonno ai tempi del Risorgimento italiano e lo intitolò “Il Gattopardo“, ispirato allo stemma di famiglia che rappresenta un leopardo d’oro. Il romanzo fu pubblicato postumo, nel 1958, un anno dopo la morte di Tomasi.
Il romanzo “Il Gattopardo”
Nel 2012 The Observer ha nominato Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa uno dei dieci migliori romanzi storici di tutti i tempi. È uno dei romanzi più venduti della storia italiana ed è considerato uno dei libri più importanti della letteratura italiana moderna. Da quando è stato pubblicato postumo da Feltrinelli nel novembre 1958, è stato tradotto in 46 lingue ed è una delle opere letterarie più amate in tutto il mondo . Il Gattopardo , il film che Luchino Visconti girò nel 1963 con Burt Lancaster , Claudia Cardinale e Alain Delon , è considerato uno dei capolavori del celebre regista.
Il Gattopardo si distingue dal romanzo storico dell’Ottocento, rappresentando il nuovo sviluppo della narrativa del Novecento. Per Lampedusa il nuovo romanzo è soprattutto psicologico. L’argomento non è una storia di eventi ma piuttosto la storia dell’ansia umana . Gli autori di riferimento di Lampedusa sono Virginia Woolf, James Joyce, Thomas S. Elliot e la teoria psicoanalitica di Freud. Il principe Fabrizio, il protagonista, è consapevole dei limiti umani mentre attraversa le età dell’umanità: la giovinezza e il sesso, la mezza età, la vecchiaia e la morte, un susseguirsi di 60 anni. E sviluppa un atteggiamento stoico, una cornice all’interno della quale si muove attraverso i cambiamenti della vita con una visione più chiara. Famosa la frase del nipote Tancredi: “ Tutto deve cambiare perché tutto resti uguale ” sembra trasformarsi, sul letto di morte di Don Fabrizio, in “se non cambi tu, il tempo ti cambia”. È un romanzo dove i limiti temporali della natura umana sono sempre presenti, malinconici, toccanti e saggi.
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