La narrativa ottimistica promossa dalle autorità della Russia e sembra vacillare sotto il peso dei fatti, mentre l’economia russa continua a dare segnali di allarme: al punto che, per contenere il crollo del rublo, la Banca Centrale russa è stata costretta ad alzare i tassi di interesse. Nonostante le dichiarazioni di crescita da parte del Fondo monetario internazionale, l’attuale stato delle finanze pubbliche del paese solleva serie preoccupazioni.
Banca russa: “Alziamo i tassi per contenere l’effetto del calo del rublo sui prezzi”
Da un lato, l’industria pesante russa sembra mostrare segni di ripresa, suggerendo che l’infrastruttura economica sotto il controllo del Cremlino stia resistendo alle pressioni delle sanzioni occidentali. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela una realtà ben diversa. L’attuale caduta del rublo è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
La Banca centrale russa, in un tentativo di contenere la situazione, ha deciso di aumentare il suo tasso di interesse chiave al 12%, rispetto all’8,5% precedente. La mossa è stata motivata dalla necessità di “limitare i rischi per la stabilità dei prezzi“, secondo un comunicato ufficiale dell’istituto. Questo incremento mira anche a stabilizzare l’inflazione intorno al 4% entro il 2024.
Tuttavia, nonostante le misure prese, la caduta del rublo non sembra arrestarsi. Il suo tasso di cambio con il dollaro ha superato la soglia critica di 100 rubli, raggiungendo i livelli più bassi degli ultimi 17 mesi. Questa debolezza della moneta nazionale è attribuita principalmente alla riduzione delle entrate dalle esportazioni di petrolio e gas, nonché a un aumento delle importazioni.
La crisi finanziaria russa è ulteriormente accentuata dalla crescente dipendenza economica dal settore militare. La spesa militare rappresenta ormai oltre un terzo del bilancio pubblico, con un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. Questo sforzo di guerra è finanziato attraverso deficit pubblici crescenti, che mettono a dura prova l’equilibrio finanziario del paese.
Le tensioni geopolitiche, come la guerra in Ucraina, hanno ulteriormente indebolito il rublo e complicato la situazione economica. Anche l’immagine internazionale della Russia ha influenzato negativamente la fiducia degli imprenditori e degli investitori, che tendono a evitare il rublo.
In questo contesto, la figura di Elvira Nabiullina, presidente della Banca centrale russa, è al centro delle polemiche. Attaccata sia dai nazionalisti russi che dal consigliere economico di Putin, Maxim Oreshkin, Nabiullina si trova a gestire una situazione economica complessa e in rapido peggioramento.