Donne in pensione è ancora possibile evitare il taglio del 30% sull’assegno? Molte lavoratrici mirano a ottenere una pensione che consenta loro di affrontare le spese quotidiane senza dover faticare per arrivare a fine mese. Tuttavia, il sistema previdenziale italiano è caratterizzato da norme molto rigide, il che rende comprensibile la necessità di comprendere in anticipo come e quando sia possibile andare in pensione prima dei 60 anni. Ora analizzeremo le varie misure rivolte alle donne che desiderano andare in pensione.

 Donne in pensione taglio assegno

 Il trattamento più ambito dalle donne è sicuramente la pensione anticipata. La pensione Opzione donna è stata modificata, pertanto i requisiti per l’accesso al trattamento sono stati modificati a partire dal 1° gennaio 2023.

Di conseguenza, le donne possono accedere al trattamento a 60 anni di età con almeno 35 anni di contributi, a condizione che siano soddisfatti i nuovi requisiti e le condizioni di accesso alla misura. Attualmente, possono accedere alla pensione anticipata le lavoratrici che assistono una persona con grave handicap e le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

Nella circolare dell’INPS del 6 marzo 2023, n. 25, vengono forniti i chiarimenti sui nuovi requisiti. Tuttavia, non si registrano modifiche sulle condizioni di accesso alla misura. In particolare, si fa riferimento alla penalizzazione del sistema contributivo che comporta una riduzione dell’assegno nella misura del 30%.

Fortunatamente, le donne possono accedere alla pensione anche attraverso altre formule previdenziali. Vediamo quali sono.

Pensione anticipata Quota 103: altre condizioni sull’assegno INPS

 Il governo Meloni, al fine di contrastare i requisiti previdenziali stabiliti dalla legge Fornero, ha istituito la pensione anticipata Quota 103 ibrida. Questa è una misura aperta sia agli uomini che alle donne, a condizione che vengano soddisfatti i requisiti normativi.

È importante sottolineare che, per poter accedere a questo trattamento, è necessario avere almeno 62 anni di età e aver versato almeno 41 anni di contributi, oltre ad altre condizioni se questi requisiti sono stati soddisfatti entro il 31 dicembre 2023.

L’importo della pensione anticipata Quota 103 non potrà superare cinque volte il trattamento minimo stabilito per ciascun anno (per il 2023 l’importo è pari a 2818,65 euro). Tale limite non sarà applicato, se vengono soddisfatti i requisiti per la pensione di vecchiaia. In particolare, è necessario raggiungere 67 anni di età nel biennio 2023/2024.

Pensione anticipata Quota 41 precoci

Le donne possono presentare la domanda per la pensione anticipata precoci, se maturati 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi presenti prima del compimento del diciannovesimo anno di vita.

Questa misura non prevede un limite anagrafico. D’altronde, la misura è accessibile da tutte le donne, ma hanno la precedenza coloro che rientrano nelle categorie di maggior tutela, come ad esempio caregiver, disoccupate, lavoratrici gravose, lavoratrici usuranti e invalidi civili.

Anticipo pensionistico Ape sociale

Le donne possono presentare la richiesta per l’accesso allo scivolo pensionistico Ape sociale. Si tratta della possibilità di ritirarsi dal lavoro a 63 anni di età con un differente montante contributivo che va da 30, 32 e 36 anni a seconda della categoria di lavoro.

Le donne che rientrano nei requisiti e condizioni previsti dalla legge, ottengono un assegno fino a 1.500 euro, erogato per 12 mensilità. Tuttavia, questa misura non prevede diversi diritti, tra cui la reversibilità, l’adeguamento al minimo e la rivalutazione dell’assegno.

Infine, per il riconoscimento dell’indennità, le donne ottengono uno sconto sui requisiti contributivi di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

Le donne in pensione nel 2024: ecco come

 Diverse sono le ipotesi che circondano la riforma delle pensioni. Le donne potrebbero andare in pensione utilizzando la misura Opzione donna, con i requisiti reintegrati alle condizioni precedenti al 2023.

Tuttavia, sembra improbabile a causa della posizione del governo Meloni, che sembra orientato in una direzione diversa. È più probabile che vengano introdotte nuove misure, come ad esempio la Quota 96, che permetterebbe alle lavoratrici di accedere ai requisiti privilegiati, simili a quelli già previsti per i lavoratori in mansioni gravose e usuranti.

È anche possibile che l’età per l’uscita previdenziale delle donne venga fissata a 61 anni con 35 anni di contributi, senza subire penalizzazioni.

In alternativa, potrebbero essere introdotti nuovi requisiti per la pensione di vecchiaia delle donne. Attualmente, il trattamento prevede l’accesso alla pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi.

L’introduzione di nuovi requisiti potrebbe consentire alle donne di beneficiare di uno sconto contributivo, pari a quattro mesi per ogni figlio, fino a un massimo di dodici mesi.