Riattivazione del Reddito di cittadinanza: ecco in quali casi. La sospensione del Reddito di cittadinanza ha riguardato molte famiglie, le quali, per avere un sussidio, dovranno attivarsi presso i Centri per l’impiego. Il governo Meloni ha messo da parte il Reddito di cittadinanza; a partire dal mese di agosto, l’accredito della Carta PostePay Rdc non arriverà a tutti. La situazione è cambiata drasticamente per molti beneficiari.

Sin da subito, chiariremo che la situazione non migliorerà, anzi andrà peggiorando progressivamente fino all’esaurimento totale dell’Rdc. Lo strumento di contrasto alla povertà sociale è stato sostituito da due misure: il Supporto per la Formazione al Lavoro e l’Assegno di Inclusione. Ai beneficiari occupabili spetta la prima misura.

Tuttavia, per pochi, la svolta è contenuta nella legge che permetterebbe a coloro che rientrano in altre condizioni di vedersi riattivare il Reddito di cittadinanza, almeno fino al 31 dicembre 2023. Analizziamo nel dettaglio quando scatta il cambiamento della normativa, ma soprattutto quali sono le condizioni che ripristinano l’accredito della PostePay.

Riattivazione Reddito di cittadinanza: i casi

 Molte famiglie hanno ricevuto l’SMS di sospensione del beneficio, mentre altre continueranno a percepirlo fino al 31 dicembre 2023. Queste sono le condizioni previste dalla normativa che garantisce la continuità del sussidio alle famiglie fragili, composte da minori, disabili e persone oltre i 60 anni. Tuttavia, i beneficiari assistiti dai servizi sociali del proprio comune di residenza potranno continuare a ricevere l’accredito mensile, anche se rientrano nella categoria dei lavoratori occupabili.

Per coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, è possibile attivare su richiesta il Supporto per la Formazione e il Lavoro, a patto che siano soddisfatti i requisiti e le condizioni normative.

A causa di ciò, la sospensione del beneficio si è verificata per molti beneficiari del Rdc. Tuttavia, importanti novità riguardo al ripristino delle condizioni attraverso la presentazione di una nuova dichiarazione DSU per il calcolo dell’ISEE e altri requisiti sono previste dalla norma. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza sostituito dall’Assegno di Inclusione e dal Supporto per la Formazione e il Lavoro

Coloro che non rientrano in nessuna delle casistiche sopra indicate possono richiedere l’attivazione del Supporto per la Formazione e il Lavoro, a condizione che soddisfino i requisiti e le condizioni normative. In questo caso, spetta un sussidio mensile di 350 euro per ogni membro familiare che presenta la richiesta.

A partire dal 1° gennaio 2024, sarà attivo l’Assegno di Inclusione per le famiglie fragili composte da membri minori, disabili e persone oltre i 60 anni, a patto che vengano rispettati diversi requisiti.

Riattivazione del Reddito di cittadinanza 2023: quando e perché

Il problema della riattivazione del Reddito di cittadinanza è ampio, quindi possiamo riassumerlo brevemente nei casi in cui il beneficiario soggetto alla sospensione può agire.

Il primo caso riguarda gli individui over 60 o maggiorenni disabili. Per riattivare il Reddito di cittadinanza in queste situazioni, è necessario inizialmente richiedere un cambio di residenza per il nuovo membro familiare.

Il passo successivo consiste nell’aggiornare la propria situazione economica tramite la presentazione di una nuova dichiarazione DSU, la quale sostituisce la dichiarazione ISEE. Una volta ottenuto l’aggiornamento del certificato ISEE, sarà possibile richiedere l’accesso al Reddito di cittadinanza, a patto che tutti i requisiti di legge siano soddisfatti

Infatti, se il richiedente soddisfa i requisiti necessari e la domanda viene approvata, il beneficiario riceverà l’accredito a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda. Per non perdere mensilità importanti, è essenziale presentare la richiesta entro il mese di novembre 2023.

Per quanto riguarda i beneficiari assistiti dai servizi sociali, spetta all’Amministrazione comunale presentare una segnalazione apposita all’INPS per il ripristino delle condizioni del Reddito di cittadinanza.

Il Centro per l’impiego ti riattiva l’Rdc se nota questo

Altra opzione è strettamente correlata alla convocazione presso i Centri per l’impiego al fine di iniziare il processo di presa in carico della domanda di accesso al Supporto per la Formazione e il lavoro.

Il richiedente, infatti, può chiedere la sottoscrizione del patto di servizio insieme al colloquio conoscitivo per avviare un percorso di politica attiva.

Durante il colloquio, il Centro per l’Impiego può decidere di indirizzare il richiedente ai servizi comunali competenti per il contrasto alla povertà sociale, se emergono criticità e fragilità nell’ambito del disagio psico-sociale che impediscono l’accesso a un percorso di inserimento lavorativo (articolo 4, comma 5 quater del DL 4/2019).

I servizi sociali segnalano i nomi di coloro che hanno subito la sospensione del sussidio, chiedendo all’INPS il ripristino delle condizioni fino al 31 dicembre 2023.