Il 2022 ha segnato un aumento significativo dell’indebitamento delle famiglie italiane. Ogni nucleo famigliare, in media, ha accumulato debiti per 22.710 euro, portando l’intero ammontare del debito nazionale a un valore record di 595,1 miliardi di euro. Questa cifra rappresenta un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Ecco in quali città e province vivono le famiglie più indebitate d’Italia secondo una recente indagine.
Famiglie più indebitate in Italia: l’allarme dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre
L’Ufficio studi della CGIA di Mestre, attraverso le proprie analisi, ha evidenziato una crescente preoccupazione riguardo al fenomeno dell’usura. Benché le denunce per questo reato siano in diminuzione, l’aumento del debito potrebbe spingere molte persone a rivolgersi agli usurai. Questi individui, sfruttando situazioni di vulnerabilità economica, offrono prestiti a tassi esorbitanti.
Quali sono le principali cause alla base dell’aumento dell’indebitamento
Secondo gli esperti, diverse sono le cause che hanno portato a questo incremento:
- Inflazione: ha eroso il potere di acquisto delle famiglie.
- Costo crescente dei mutui: la variabilità dei tassi ha influito sul costo complessivo.
- Aumento delle bollette: le tariffe delle utility hanno registrato picchi inaspettati.
- Ripresa economica post-lockdown: dopo la fine dei lockdown dovuti al Covid-19, molte famiglie hanno dovuto affrontare spese impreviste, portando a un maggiore indebitamento.
In particolare, nelle province del Nord Italia, dove i redditi sono solitamente più elevati, l’indebitamento ha avuto un impulso maggiore, spesso dovuto a investimenti nel settore immobiliare.
Benché la situazione sia descritta come “critica ma non fuori controllo”, è fondamentale intervenire per prevenire fenomeni di usura. In Italia esiste già un Fondo per la prevenzione dell’usura, ma il suo utilizzo rimane limitato. Molti, infatti, non ne sono a conoscenza e il fondo ha risorse economiche limitate.
Dove vivono le famiglie più indebitate in Italia
Andiamo a fornire un’analisi geografica dell’indebitamento in Italia secondo il recente report dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
- Milano: con un debito medio per famiglia di 35.342 euro, ha visto un incremento del 5,1% rispetto al 2021.
- Monza-Brianza: con 31.894 euro segue subito Milano nella lista, registrando un incremento del 3% rispetto all’anno precedente;
- Bolzano: 31.483 euro, segnando un +5% di incremento.
- Roma e provincia: 30.851 euro, +2,8%;
- Como: 30.276 euro, +3,8%.
Fuori dalla top five troviamo ben tre città toscane e due lombarde. Al sesto posto spicca Prato, che segna anche l’incremento più alto (+5,9%), seguita da Firenze (+4,2%), Varese (+2,8%), Siena (+4,5%) e Lodi (+1,6%). Fuori dalla top ten, invece, primeggiano ancora le città del nord. Tra queste figurano Padova, Trento, Bologna, Modena, Pisa, Livorno, Bergamo, Treviso, Ravenna e Forlì-Cesena. L’incremento maggiore lo segna senza dubbio Ravenna (+9,1% rispetto all’anno precedente). La città dell’Emilia Romagna è anche quella che ha registrato la maggiore variazione di crescita dell’indebitamento familiare.
Quali sono le province meno indebitate
Passando alle province meno indebitate, troviamo molte città del sud, tra cui Agrigento, con un debito medio di 10.302 euro per famiglia, Vibo Valentia, con 9.993 euro di debito per nucleo familiare, ed Enna che presenta il minor indebitamento: in media, 9.631 euro per famiglia.
Nella top 10 troviamo anche Reggio Calabria (al quarto posto tra le città meno indebitate d’Italia), Cosenza, Crotone, Potenza, Benevento, Isernia e Caltanissetta. L’incremento maggiore lo segna Benevento (+4,3%), quello minore Vibo Valentia (+1,9%) e Reggio Calabria (+2%).
Da segnalare che l’unica provincia che ha registrato una contrazione rispetto all’anno precedente è quella di Vercelli, che ha segnato un -2,3% rispetto al 2021.
Nonostante la situazione nel Mezzogiorno appaia meno critica in termini assoluti, le famiglie economicamente più vulnerabili risentono maggiormente del peso dell’indebitamento. In effetti, le statistiche dell’Istat suggeriscono che le crisi economiche post-2008 abbiano ampliato il divario tra le classi sociali in Italia.