Nonostante il Governo abbia stabilito un bollettino settimanale riguardante la situazione Covid, sul web si notano, comunque, notizie giornaliere e a tratti allarmanti.

Si parla di numeri, aumenti di contagi, morti e un virus che starebbe rialzando la testa. Ma qual è la rilevanza di fornire costantemente informazioni legate al Covid-19? Qual è lo scopo? Tentiamo di fare luce.

Covid e bollettini: la decisione del Governo Meloni

Ad ottobre scorso, il Ministero della Salute decise di modificare la frequenza degli aggiornamenti sull’andamento della pandemia da Covid in Italia.

Dopo oltre un anno e mezzo di bollettini Covid giornalieri, un vero e proprio stillicidio, si è optato per una diffusione settimanale.

Tale decisione ha generato diverse opinioni: da un lato, vi è chi vede questo cambiamento come un passo verso il ritorno alla normalità, mentre dall’altro lato c’è chi considera questo nuovo approccio una carenza comunicativa.

Questo cambiamento interrompe una consuetudine iniziata il 24 febbraio 2020, quando Angelo Borrelli, allora capo della Protezione Civile, presentò il primo bollettino Covid, poi diventato giornaliero.

Il 28 ottobre è stato annunciato il cambiamento nella pubblicazione dei bollettini Covid. Il Governo ha giustamente optato per il ritorno progressivo alla normalità basato su responsabilità e rispetto delle norme.

La pubblicazione giornaliera dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi sarà resa nota ogni venerdì.

Molti come il professor Andrea Crisanti e il matematico Giovanni Sebastiani, sono preoccupati che questo provochi una percezione sbagliata della pandemia.

Altri, invece, condividono questa decisione. Per esempio il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli, appoggia la decisione del Ministro Schillaci di adottare un bollettino settimanale e questo non implica una riduzione dell’attenzione alla situazione.

Anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, aveva espresso il parere che emettere un bollettino giornaliero sui casi Covid fosse inutile, suggerendo invece un report settimanale.

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Che senso hanno i bollettini sul Covid?

Che senso hanno i bollettini sul Covid, sugli ammalati, i ricoverati, le vittime? Sono davvero utili alla popolazione? Quali vantaggi portano?

E se portassero solo ansia, timore, paura, attacchi di panico e un senso di incertezza e ipocondria che servirebbe solo a farci ammalare ulteriormente?

I bollettini sul Covid dovrebbero avere questi scopi:

  1. Informazione: informare il popolo sull’andamento dell’epidemia.
  2. Consapevolezza del rischio: le persone possono comprendere l’entità del contagio nella loro area.
  3. Tracciamento dei contatti: i dati sui nuovi casi e sui contatti dei pazienti positivi sono fondamentali per il tracciamento e il controllo dell’epidemia.
  4. Trasparenza e fiducia: la trasmissione regolare e trasparente dei dati crea fiducia tra la popolazione e le autorità sanitarie. Ciò contribuisce a evitare il diffondersi di voci e notizie non verificate, riducendo la disinformazione.

Nonostante questo è importante riconoscere che alcune persone potrebbero sentirsi ansiose o spaventate da queste informazioni. È fondamentale che la comunicazione sia equilibrata, fornendo dati accurati e contestualizzati.

La comunicazione deve essere gestita con cura per evitare effetti negativi sulla salute mentale della popolazione.

Gli svantaggi dei bollettini Covid

Gli aggiornamenti giornalieri o periodici riguardanti i dati Covid-19, sebbene forniscano informazioni preziose, possono presentare alcuni svantaggi:

  1. Ansia e paura: l’abbondanza di dati sulla diffusione del virus, i nuovi casi e i decessi può generare ansia e paura nella popolazione. Le notizie negative possono influire sullo stato emotivo delle persone, portando a sentimenti di preoccupazione e incertezza.
  2. Sensazione di impotenza: conoscere la vastità dell’epidemia e l’incremento dei casi può far sentire le persone impotenti e incapaci di controllare la situazione.
  3. Disinformazione e confusione: i dati possono essere interpretati in modi diversi e le informazioni errate o fuorvianti possono portare a confusione.
  4. Saturazione dell’informazione: troppi aggiornamenti possono portare a una sovraccarico di informazioni, rendendo difficile per le persone elaborare e comprendere correttamente i numeri e le tendenze.
  5. Suscettibilità all’ipocondria: Alcune persone potrebbero sviluppare una preoccupazione eccessiva per la propria salute basata sui dati comunicati. Ciò potrebbe indurli a interpretare normali sintomi come segni di malattia.
  6. Carenza di contesto: i bollettini potrebbero mancare di contestualizzazione, spiegazione approfondita dei dati e analisi delle tendenze nel tempo. Questo può portare a fraintendimenti o interpretazioni sbagliate dei numeri.
  7. Stress e impatto sulla salute mentale: l’esposizione costante a notizie negative può causare stress cronico e influenzare negativamente la salute mentale delle persone, aumentando i livelli di ansia e depressione. Come, infatti, è successo dopo il lockdown.

Per affrontare questi svantaggi, è importante che la comunicazione sia bilanciata, accurata e accompagnata da risorse per affrontare lo stress e la preoccupazione. Gli enti responsabili della comunicazione devono essere consapevoli dell’impatto emotivo delle informazioni e cercare di mitigare gli effetti negativi, affinché si raggiunga di nuovo la normalità.