Non sono buone le notizie sulle pensioni future. Non tutti avranno la possibilità di ritirarsi prima dei 74 anni di età. Si tratta di uno scenario terribile non solo per l’età pensionabile, ma anche per la presenza di un assegno previdenziale al limite dell’assegno sociale. A confermare questa previsione è il Consiglio nazionale dei giovani sul futuro lavorativo delle nuove generazioni. Una previsione che riguarda gli under e over 35 che hanno intrapreso un percorso lavorativo in questo periodo.
D’altronde, i calcoli sono semplici: ad esempio, coloro che hanno iniziato una carriera lavorativa a 22 anni di età nel 2020 hanno una buona probabilità di andare in pensione a 71 anni di età. A pagare il prezzo del ritardo nell’età previdenziale sono coloro che si avvicinano tardi all’attività lavorativa.
Il governo Meloni avrà parecchio da fare se intende rimediare alla situazione previdenziale italiana, anche solo perché dovrà sistemare le condizioni lavorative segnate da lacune contributive, periodi contraddistinti dalla discontinuità lavorativa, stipendi bassi e altre circostanze che portano inevitabilmente ad abbracciare una pensione all’età di 74 anni.
Pensioni: chi deve lavorare fino a 74 anni?
La questione previdenziale italiana finisce per colorarsi di grigio. A rischio la pensione dei giovani lavoratori, per i quali resterebbero solo briciole. Il futuro previdenziale degli italiani si prospetta amaro, senza alcuna sicurezza per una vita da pensionato dignitosa.
A chiarire questo terribile aspetto legato alla pensione dei giovani ci pensa il Consiglio nazionale dei giovani, che si concentra sul futuro lavorativo e sulle previsioni di uscita dall’occupazione.
Se è vero che il lavoro sostiene la vita, allora è necessario tentare di preservare il sistema pensionistico. Un concetto che dovrebbe emergere in modo chiaro e determinante nel prossimo tavolo di confronto tra le parti sociali e il governo Meloni. Tuttavia, la realtà è ben diversa: a questo ritmo, la pensione rimarrà un sogno per pochi.
Quando si matura il diritto alla pensione di vecchiaia?
L’età pensionabile è destinata a slittare sempre più avanti, impedendo ai lavoratori di andare in pensione prima. Così, anche raggiungere l’età pensionabile di 67 anni sembrerà un regalo inaspettato.
Eppure, finora sono state adottate molte misure per contrastare le norme introdotte dalla legge Fornero. Tuttavia, con questo andamento, persino la riforma più contestata dell’ultimo decennio potrebbe rappresentare un’opportunità di pensionamento per i giovani, che vedranno l’aspettativa di vita allungarsi fino a 74 anni.
L’analisi mette in evidenza chiaramente le previsioni previdenziali per i sotto i 35 anni. Fondamentalmente, lo studio evidenzia gli effetti dell’ingresso ritardato nel mondo del lavoro. In pratica, per poter andare in pensione entro il 2057, i lavoratori dovrebbero raggiungere i 73 anni e 6 mesi di età. L’importo lordo della pensione dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.577 euro, con un valore netto di poco più di 1.000 euro. Ciò significa che la pensione verrebbe erogata con un importo appena 3,1 volte il trattamento minimo.
Nessuna buona notizia per i professionisti con partita IVA. Continuando a lavorare fino al 2057, potrebbero andare in pensione a 73 anni e 6 mesi con una pensione di almeno 1.650 euro lordi, corrispondenti a poco più di 1.100 euro netti. Anche in questo caso, l’importo medio della pensione si attesterebbe a 3,3 volte l’assegno sociale.
Riforma delle pensioni 2024: le previsioni future per i giovani
La soluzione potrebbe essere quella di rendere operativa per tutti la pensione di vecchiaia con il computo contributivo, disciplinata dall’articolo 24, comma 11 della legge 201/2011. Ad oggi, la formula previdenziale è riservata ai contributivi puri, rappresentando l’applicazione delle norme previste per gli iscritti alla Gestione Separata. Il trattamento prevede l’accesso alla pensione a 64 anni di età e con almeno 20 anni di contribuzione effettiva, a condizione che l’assegno superi 2,8 volte l’assegno sociale.
Tuttavia, per ottenere maggiori dettagli sullo sviluppo delle trattative riguardo alla riforma delle pensioni, sarà necessario attendere il mese di settembre. Secondo numerosi esperti, per superare questa problematica potrebbe essere introdotta anche una pensione di garanzia per sostenere i giovani con carriere lavorative discontinue e stipendi bassi.