Il premier polacco Mateusz Morawiecki e il suo partito conservatore Diritto e Giustizia hanno indetto per il 15 ottobre un referendum sull’accettare o meno un piano di ricollocazione dell’Unione Europea riguardo i migranti. L’obiettivo è ottenere un vantaggio per le elezioni politiche che si terranno sempre il 15 ottobre.
Il referendum del 15 ottobre anti-migranti della Polonia
Il quesito scelto dal premier Morawiecki non lascia adito a dubbi sul risultato sperato: “Siete favorevoli all’ammissione di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?“. E’ stato lo stesso primo ministro polacco ad annunciare che questo sarà il quesito sottoposto agli elettori per il 15 ottobre, nell’ambito di una più ampia strategia elettorale che vuole assicurare al suo partito, Diritto e Giustizia, la maggioranza parlamentare.
La scelta dei termini non è causale. La “burocrazia europea” è un leitmotiv dei partiti conservatori e di destra (anche europei) sul come certe decisioni siano calate dall’alto senza considerare la specificità dei singoli paesi, mentre la “ricollocazione forzata” di “migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa” altro non è che una generalizzazione negativa su persone che, nella maggior parte dei casi, avrebbe diritto a chiedere asilo politico in Europa.
La Polonia, come Bielorussia o Ungheria, è uno di quei paesi che non accetta di sottoscrivere alcun impegno stringente sulla redistribuzione dei migranti che arrivano in Europa. Nemmeno l’accordo trovato a giugno e considerato dal governo italiano di Giorgia Meloni come importante è servito ad ammorbidire la posizione di Morawiecki, più interessato ad avere i sussidi europei per finanziare le industrie e le attività del suo paese.
Questo referendum sembra un modo per il premier polacco di cavalcare certi sentimenti xenofobi presenti nel suo paese, che vantandosi di aver accolto migliaia di rifugiati ucraini ha reso palese la distinzione fra rifugiati di serie A (europei) e di serie B (mediorientali o africani).
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