Pensione usuranti, gravose e precoci. La buona notizia è che nel 2024 l’età per andare in pensione non aumenterà. Nessun adeguamento alla speranza di vita turberebbe l’uscita dei lavoratori. Tuttavia, è atteso il debutto della riforma delle pensioni, con l’introduzione di nuove formule previdenziali che, si auspica, rispecchino le aspettative dei lavoratori. Per questo motivo, molti lavoratori appartenenti alla categoria usuranti, gravosi e precoci sono interessati alla distinzione dei requisiti per l’accesso a un trattamento previdenziale nel 2023, ma soprattutto sulle prospettive future.
Come vanno in pensione i lavoratori usuranti, gravosi e precoci?
Si parla, infatti, del probabile rinnovo di diverse misure come la Quota 103 e l’Opzione donna, o quantomeno dell’istituzione di una nuova salvaguardia per le lavoratrici.
In ogni caso, difficilmente si uscirà dagli schemi. È possibile l’introduzione di una nuova misura basata sull’età e sugli anni contributivi, o una nuova pensione anticipata con caratteristiche tali da garantire un’uscita flessibile anticipata, secondo le regole antecedenti alla riforma Fornero. Analizziamo nel dettaglio una guida sulle possibilità di pensionamento per i lavoratori usuranti, gravosi e precoci.
Ape sociale – lavoratori gravosi
L’anticipo pensionistico Ape sociale è regolamentato dall’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017 e successivi rinnovi. Si tratta della possibilità di ricevere un’indennità a carico dello Stato regolarmente accreditata dall’INPS, ai lavoratori che rientrano nei requisiti e condizioni previste dalla legge.
L’indennità APE Sociale viene accreditata ai beneficiari, a domanda, garantita fino al perfezionamento dei requisiti prevista per la pensione di vecchiaia o di altro trattamento ordinario.
I lavoratori impiegati nelle mansioni gravose possono richiedere l’accesso al trattamento al compimento di 63 anni e 36 anni di anzianità contributiva.
Categoria di lavoro gravose l’allegato 3 della legge 234/2021
L’accesso al trattamento è condizionato dalla presenza della carriera lavorativa gravosa, svolta da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette.
Possono accedere al beneficio diverse categorie di lavoro, di cui all’allegato 3 della legge 234/2021, tra cui:
- professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
- tecnici della salute;
- addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- operatori della cura estetica;
- professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
- artigiani, operai specializzati e agricoltori;
- conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
- operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
- conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
- conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
- operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica.
E, ancora, rientrano nell’elenco dei lavoratori gravosi diverse attività lavorative, tra cui:
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- conduttori di mulini e impastatrici;
- conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
- operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
- conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento;
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- portantini e professioni assimilate;
- professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
- professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Per le donne è possibile richiedere una riduzione del requisito contributivo di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
Lavori gravosi – pensione di vecchiaia
i lavoratori impiegati in mansioni gravose possono richiedere la pensione anticipata ordinaria con un accumulo contributivo di 41 anni e dieci mesi per le donne; 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Per la pensione di vecchiaia per i lavoratori impiegati in attività gravose possono richiedere il trattamento se perfezionati 66 anni e 7 mesi di età con almeno 30 anni di contributi, a patto che l’assegno previdenziale risulti superiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
Lavori usuranti
È lavoratori che rientrano nella categoria di usuranti possono richiedere l’accesso alla pensione anticipata con i requisiti agevolati. Si tratta di agevolazioni richiedibili dai lavoratori impiegati:
- mansioni particolarmente usuranti;
- notturni a turni e/o;
- addetti alla cosiddetta “linea catena”;
- conducenti di veicoli.
I beneficiari possono richiedere l’accesso al trattamento ogni anno. Si tratta della pensione anticipata per lavoro usurante per coloro che rientrano nella categoria delle attività usuranti svolta da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette.
I requisiti per i lavoratori usuranti non sono oggetto ad adeguamenti fino al 2026, per i lavoratori possono uscire dal lavoro con Quota 97,6 (61 anni 7 mesi di età e 35 anni di contributi).
Lavoratori precoci – Quota 41
Anche per i lavoratori precoci non è previsto alcun adeguamento all’aspettativa di vita. Pertanto, possono accedere alla pensione anticipata precoci, a prescindere dall’età anagrafica, i lavoratori che hanno maturato 41 anni di età, di cui 12 mesi prima dei 19 anni, a condizione che risultino inseriti in una delle categorie meritevoli di tutela.
In particolare, possono accedere al trattamento i lavoratori impiegati in attività faticose di cui al DM 5 febbraio 2018 o Dlgs 67/2011, o caregiver, invalidi civili o disoccupati.