Pensioni, come si possono riunire i contributi derivanti dall’attività lavorativa che sia stata rivolta a differenti gestioni previdenziali? Il quesito riguarda i periodi di differente contribuzione previdenziale di un lavoratore. Ad esempio, un soggetto con impresa artigiana che abbia versato i contributi all’Inps per un certo numero di anni e che poi abbia cambiato mestiere, divenendo dipendente del pubblico impiego.

In situazioni di questo tipo (anche se si passasse da un’attività autonoma a una dipendente nel settore privato e viceversa), si possono valorizzare i periodi di contribuzione. Questo passaggio può avvenire sia a titolo gratuito che oneroso, e servirebbe a evitare che un lavoratore, proveniente da differenti gestioni previdenziali, se non dovesse richiedere di riunire i contributi non avrebbe diritto ad alcun trattamento di pensione per i periodi lavorati per gestioni inferiori a 20 anni. Infatti, per la pensione di vecchiaia sono necessari 20 anni di contributi, spesso raggiungibili solo unendo i contributi versati a più gestioni.

Pensioni, come riunire i contributi? Un esempio per ricongiunzione, cumulo e totalizzazione

L’unione di più gestioni previdenziali permette di accedere alle pensioni con il numero di anni di contributi previsto. È il caso di un lavoratore che abbia lavorato per qualche anno come imprenditore artigiano e poi come dipendente del pubblico impiego: le due gestioni previdenziali dovranno essere riunite per valorizzare i rispettivi periodi contributivi e arrivare agli anni di versamenti richiesti.

Con l’istituto della ricongiunzione questa operazione è a titolo oneroso, mentre con il cumulo dei contributi o la totalizzazione non si devono sostenere spese. Nel caso della ricongiunzione si uniscono, sotto un’unica gestione, i contributi versati a più previdenze. I contributi vengono, quindi, trasferiti da una gestione a un’altra al fine di ottenere una pensione unica. Il calcolo di questa pensione avviene mediante le regole della gestione previdenziale accentratrice.

Pensioni come riunire i contributi: il cumulo gratuito

Nel caso del cumulo dei contributi per la pensione futura, si procede con il calcolo del trattamento secondo le regole specifiche di ciascuna previdenza, per il periodo di contribuzione (sistema pro rata). Anche la totalizzazione consente a tutti i contribuenti – dipendenti, autonomi, professionisti – che abbiano versato a più gestioni e Casse previdenziali, di arrivare a un’unica pensione di vecchiaia, di anzianità, di inabilità e ai superstiti. Differentemente dalla ricongiunzione che è a pagamento, anche la totalizzazione – come il cumulo – è gratuita.

Definire quale passaggio sia più conveniente nel caso in esame, comporta dei ragionamenti su come procedere. In primis, ci si dovrebbe informare sulle possibilità di ricongiunzione dei contributi previdenziali, anche dal punto di vista dei costi da sostenere e da versare all’Inps. Nel caso del nostro contribuente, si arriverebbe a riunire tutti i periodi lavorativi e contributivi sotto un’unica gestione e a ottenere una sola pensione, da calcolare in base alla gestione prevalente.

Ricongiunzione, cumulo e totalizzazione: qual è più conveniente?

Si può rateizzare anche la spesa richiesta per la ricongiunzione, con addebito in busta paga sullo stipendio e possibilità di dedurre dallo stipendio l’aliquota marginale dell’Irpef. Nel caso in cui il costo fosse troppo elevato si può valutare l’istituto del cumulo dei periodi contributivi. A tal proposito è necessario rifarsi a ciò che prevede il comma 239 dell’articolo 1, della legge 228 del 2012 (legge di Stabilità 2013).

In questo caso, il calcolo della futura pensione avverrebbe in base ai periodi lavorativi e di contribuzione maturata per ciascuna gestione previdenziale. Quindi, il periodo di contribuzione come artigiano darebbe luogo al diritto di una pensione secondo i parametri previsti dalla rispettiva gestione e lo stesso avverrebbe per la previdenza dei contributi versati come dipendente del pubblico impiego.