Si riapre il dibattito sulla “palpata breve” dopo che a Roma un centurione è stato denunciato e poi condannato per aver toccato il seno a una turista. Nulla di anomalo, si direbbe, se non per il fatto che ad emettere la condanna è stata Maria Bonaventura, la stessa giudice che era passata agli onori della cronaca per il caso sul bidello.
La vicenda risale allo scorso gennaio e racconta di un’accusa di violenza sessuale arrivata da una turista palermitana che si era vista toccare il seno dal centurione dopo una serie di apprezzamenti e frecciatine volgari. In particolare, pare che la vittima si trovasse in compagnia di altre due amiche quando è stata “richiamata” dal centurione per la classica foto davanti al Colosseo.
Da lì la “palpata breve” a cui ha fatto seguito anche un “tanto hai poco seno” che ha spinto la turista ad esporre denuncia da cui poi sarebbe arrivata la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione.
Roma, centurione tocca il seno a una turista: le ragioni della condanna per “palpata breve”
Sebbene ci siano pochi dubbi sulla condanna per il centurione, non sono mancati i parallelismo con il caso della palpata breve del bidello di qualche tempo fa. In particolare, all’interno della sentenza si leggono alcuni passaggi che potrebbero favorire ulteriori polemiche per la giudica Maria Bonaventura.
In primis, la condanna arriva perché l’uomo “ha costretto la donna a subire un repentino palpeggiamento al seno” ma con una precisazione sul palpeggiamento che viene descritto come “non particolarmente invasivo perché il toccamento è stato sopra i vestiti ed è avvenuto per un brevissimo lasso temporale”.
Infine, la sentenza ribadisce quanto sopra affermando:
Il palpeggiamento è avvenuto per un brevissimo lasso temporale (…), tanto che può ritenersi che la libertà sessuale della vittima, 21 anni, sia stata compromessa, seppure in maniera non grave