Luca Cordero di Montezemolo non dimentica il proprio passato in Formula 1 e in Ferrari e in una lunga intervista concessa recentemente ha avuto modo di rivivere il suo legame con la Rossa. L’ex presidente ha parlato a lungo del suo rapporto con Enzo Ferrari, sottolineando la grandezza di un uomo che rappresenterà per sempre un punto cruciale per la sua vita personale e professionale.
Un ricordo in cui trova ampio spazio anche l’aspetto sportivo sul quale il fondatore della scuderia di Maranello ha sempre rivolto la sua attenzione, oltre che la propria vita. È proprio da Enzo Ferrari che parte il primo ricordo di Montezemolo che l’ha così descritto:
Enzo Ferrari mi ha insegnato tantissimo, soprattutto a non accontentarsi mai. Dopo una vittoria, lui pensava subito alla prossima gara. Dopo un GP vinto chiamava sempre la mia mamma, emiliana come lui. Non scorderò mai il suo ringraziamento commosso per il mondiale riportato a Maranello nel 1975 con Niki Lauda. Molti parlano di lui senza averlo nemmeno conosciuto. A me fece capire che la Ferrari è un sentimento, è un valore umano e sociale sul suo territorio, è un simbolo della ricerca e della innovazione. Da presidente, tra il 1991 e il 2014, ho cercato di essere fedele alla sua lezione
Formula 1, la critica di Montezemolo alla Ferrari di oggi
Un insegnamento cruciale di Enzo Ferrari che Luca Cordero di Montezemolo vuole quasi “riproporre” all’attuale dirigenza che è sembrata aver smarrito lo spirito Ferrari. In particolare, l’ex presidente ha posto l’accento sull’ultimo Gran Premio di Spa dove Leclerc è riuscito a tornare sul podio dando una boccata d’ossigeno alla stagione del Cavallino Rampante.
Un risultato accolto con note positive dall’ambiente ma che allo stesso tempo ha suscitato le critiche di Montezemolo:
Mi dispiace che si festeggi per un terzo posto, come è successo a Spa ad esempio. Non è nello stile Ferrari e il Drake non lo avrebbe mai e poi mai accettato.
Poi un passaggio su Leclerc e un ricordo della vecchia coppia Schumacher-Todt su cui anche Vasseur ha voluto commentare proprio recentemente:
Confermerei certamente Charles Leclerc. È bravo e non credo siano attualmente disponibili piloti più forti di lui. Nel presente, però, chi guida la monoposto della Rossa è l’ultimo dei problemi. Io quando era presidente avevo costruito un vero e proprio Dream Team, da Schumacher a Todt, da Brown a Byrne.