Roberto Saviano, collega e amico di Michela Murgia, è stato il primo a intervenire durante i funerali della scrittrice tenuti nella Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo, a Roma. Lui ad aprire una bella parata di ricordi e parole e lui tra chi portava il feretro all’uscita. Era in prima fila con Lorenzo Terenzi, che Michela Murgia aveva sposato in articulo mortis.

Ai funerali di Michela Murgia i ricordi commossi degli amici. Saviano ha attaccato gli “squadristi dell’informazione e i pavidi”, Chiara Valerio ha consegnato un pensiero divertente e struggente

Sono le parole più difficili della mia vita – ha detto l’autore di “Gomorra” – Michela voleva che questa giornata fosse per coloro i quali hanno percorso la sua strada e condiviso le sue battaglie. Mettere il segno. Michela aveva un talento che permetteva di ribaltare le cose, e questo la rendeva così pericolosa per i potenti. Sapeva che dietro l’accusato c’era l’innocenza e che non c’è abisso senza superficie. La scrittura era una grande fatica, anche se mangiava la tastiera a velocità impressionante e sembrava la suonasse. Però odiava scrivere, perché la lasciava troppo tempo sola. Forse è per questo che scriveva nei ristoranti e nei bar. Per Michela era la condivisione il tutto, anche se spesso, per ottenerla, devi passare per la solitudine. Quando le cose non andavano e la chiamavi lei ti diceva: “Non stare solo. Vieni qui”. Non voleva che nessuno portasse la sua sofferenza. La vita di Michela è la prova finale che si sceglie di essere differenti, e Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo dolore dentro di sé. Nei momenti difficili Michela c’era e, quando mi attaccavano, diceva: “Beh, non sei contento? Siamo in due, smezziamo. Ci vengono dietro”. Così diceva. Diceva: “Abbi fiducia in chi ci legge”.

All’uscita dalla chiesa, lo scrittore napoletano ha anche attaccato quelli che ha chiamato “gli squadristi dell’informazione”, sebbene “non sono stati i soli ad aver fatto male a Michi”:

Quelli che le hanno fatto davvero del male sono stati i pavidi per interesse, quelli che spacciano opportunismo per moderazione con la loro mancanza di orizzonte. Sono stati loro ad aver reso la sua vita difficilissima, con attacchi organizzati e dossieraggi. Quando si attacca un intellettuale, lo si sta intimidendo per dare un chiaro messaggio agli altri.

Lella Costa: “Tanto dolore, ma anche rabbia”. Fratoianni: “Perdo una persona alla quale ho voluto bene”. Commossa Schlein

Secondo la cabarettista Lella Costa, la scrittrice sarda aveva “la capacità di capire” ed è “passata leggera sulla terra, come aveva scritto in un suo libro”. Per poi concludere:

Oltre al dolore e alla pena, viene anche un po’ di rabbia. C’è così tanta brutta gente che c’è in giro…

Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, giunto in piazza del Popolo con la moglie e compagna di partito Elisabetta Piccolotti, ha detto:

Michela era un’amica. Perdiamo una donna libera, un’intelligenza acutissima, una persona straordinaria. E con lei parole, idee, cultura. Una militante originale e curiosa, consapevole che essere partigiana è la condizione per garantire la qualità della democrazia. Con lei qualche anno fa avevamo costruito il percorso degli equipaggi di terra di Mediterranea, quando partì nave Mare Jonio, con intellettuali ed artisti impegnati in tutta Italia a difesa dei diritti e della dignità delle persone. La sua energia fu determinante per il successo dell’iniziativa. Persone come Michela sono preziose per un Paese come il nostro. Perdo una  persona alla quale ho voluto molto bene.

Visibilmente commossa, la segretaria del Pd, Elly Schlein, si è allontanata di fretta e senza rilasciare dichiarazioni.

Chiara Valerio: “Da domani pioverà o splenderà Michela Murgia”

Semplicemente geniale, nonché rarissimo esempio di come sia possibile condensare in appena 5 minuti battute, poesia, ricordi e pensieri, l’intervento della scrittrice e grande amica di Michela Murgia, Chiara Valerio. Ne riportiamo uno stralcio, ma dovrebbe essere scolpito da qualche parte:

Una delle cose più difficili, da bambino, a scuola, è coniugare i verbi, dividere il passato dal presente. Così è per me difficile parlare di Michela Murgia al passato. Dunque ne parlerò al futuro: Michela Murgia canterà i Bts per strada con le cuffiette. Lo farà come in quei video anni ’90, dove cambia lo sfondo ma il protagonista è sempre lo stesso. O come Tom Hanks in “Forrest Gump”. Michela Murgia dirà che lei è Tom Hanks. Prenderà uova strapazzate e le criticherà con l’alterigia della nobildonna inglese che non sarà mai. Mi chiamerà per chiedermi: “Che facciamo di questo? Che facciamo di quello?” E io: “Michela, quello che facciamo sempre. Cioè niente”.
Dirà che questo posto è troppo piccolo, che “ci hanno sottovalutato e sabotato ancora una volta”. Continuerà a parlare come se la società fosse un problema suo e la società, in effetti, è un problema di ciascuno di noi: è in questo che consiste il gesto politico di Michela Murgia.
Le dirò che è riuscita a far diventare la parola “queer” “appassionante” almeno quanto “resilienza”.
In difficoltà con i tempi verbali, per Michela Murgia useremo il tempo atmosferico. Da domani pioverà Michela Murgia, o splenderà Michela Murgia.

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