Nella giornata odierna c’è stato l’ultimo saluto a Chris Obeng Abom. I funerali del ragazzo investito e ucciso vicino a Verona, durante la sera del 31 luglio da un pirata della strada, si sono svolti all’interno della chiesa di Negrar in mattinata. La risposta della gente del luogo è stata forte ed emozionante, a rappresentare la vicinanza di una comunità che non ha voluto lasciare soli i familiari del povero Chris. Straziati dal dolore mamma, papà, fratello e sorella del 13enne. Diana, madre del ragazzo, ha solo avuto la forza per dire poche parole ma precise e significative:
Ti ho amato fin dal primo giorno che ti ho preso in braccio, eri il mio tutto e come farò senza di te? Non ti dimenticherò mai.
Presenti anche i compagni di calcio di Chris e la Polisportiva Negrar che gli ha anche dedicato un post sui social. Segnaliamo anche Roberto Grison, sindaco di Negrar. Durante l’ultimo saluto è stata distesa la maglia numero 17 della sua squadra sulla bara.
Funerali Chris ucciso a Verona, cosa è successo negli scorsi giorni con la spedizione punitiva al pirata della strada
Negli scorsi giorni dobbiamo segnalare la “spedizione punitiva” da alcune persone vicine al 13enne, presso l’abitazione in cui il pirata della strada – il quale ha confessato di non essersi fermato a prestare i primi soccorsi, poiché non aveva visto il ragazzo – sta trascorrendo gli arresti domiciliari poiché accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Nell’ultimo video pubblicato sui social, si vedono diversi ragazzi giovani che cercano di sfondare la porta di casa in cui è presente Davide Begalli. La porta è presa a calci in maniera violenta, mentre si sentono insulti pesanti in sottofondo.
Una situazione particolare, fin da subito segnalata dallo stesso Begalli, per voce dell’avvocato Massimo Dal Ben:
Comprendiamo la rabbia e la disperazione, ma non ci si fa giustizia così. Erano una trentina, tutti neri, la maggior parte con il volto travisato da bandane e t-shirt. Lanciavano sassi contro la porta d’ingresso, la prendevano a calci, pugni e bastonate. Urlavano “Vieni fuori che ti ammazziamo, dopo la morte di Chris non abbiamo più niente da perdere”.