Due fantamiliardari estroversi e capricciosi stanno giocando a inseguirsi. Sono i “papà” di Meta Mark Zuckerberg e di Tesla Elon Musk. In mezzo c’è la politica italiana che si sta azzuffando in merito a un progetto folle e imbarazzante ma, se ben pagato, anche piuttosto concreto: un combattimento di arti marziali miste tra i due che proprio l’Italia potrebbe ospitare.

Zuckerberg stuzzica Musk su Threads. La politica italiana si stuzzica da sola. Sarà da noi il “combattimento”?

Ignaro delle schermaglie di casa nostra, o forse informato della cosa e divertito, Zuckerberg ha usato Threads, il concorrente del Twitter di Musk, per dire:

Sono pronto a combattere dal giorno in cui Elon mi ha sfidato.

Ma ha anche detto che sarà lui a comunicare la data. Eventuale…

Fino ad allora, per favore, presumete che tutto ciò che dice lui non sia stato concordato.

Taormina e la Calabria alzano la mano: “Pronti a ospitarli”

Bene, da qui in poi parte la politica. E iniziamo dal sindaco di Taormina e leader del partito Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che in un comunicato ha scritto:

Se cercate una location epica, suggestiva e incantevole, Taormina c’è!

Ma c’è anche la Calabria del governatore Roberto Occhiuto, il quale dichiara:

A me l’idea di un combattimento tra Elon Musk e Mark Zuckerberg, da svolgersi in Italia in una location epica, piace davvero. Potrebbe essere una bella occasione, alternativa e fuori dai soliti schemi, per rievocare la storia millenaria delle civiltà più antiche, fare beneficienza e promuovere il territorio. Questa mattina ho sentito il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e ho ufficialmente candidato la Calabria.

Da Azione, Osvaldo Napoli ha definito Occhiuto “un politico intelligente, al quale ogni tanto può scappare il piede dalla frizione”. E ancora:

Al ministro Sangiuliano e alla presidente Meloni rivolgo un accorato appello: si può far calare il sipario su una vicenda penosa che trasforma la Nazione in un Paese di straccivendoli?

Sempre da Azione, il leader Carlo Calenda twitta:

I monumenti italiani rappresentano la nostra storia e la nostra identità. Usarli per assecondare le bizzarrie di due miliardari che vogliono darsele in mondovisione (fatto di per sé già ridicolo ed egomaniacale) è indecoroso e irrispettoso del nostro retaggio. Né può in alcun modo cambiare questa valutazione la promessa di una donazione. Anzi. Daremo l’idea di un Paese pronto a svendere la propria dignità.

Orfini: “Non c’è nulla di culturale nella pagliacciata di due miliardari”. Gasparri: “Zuckerberg, ma la Siae?”

La palla passa idealmente a Matteo Orfini e l’esponente del Partito democratico scrive:

Non c’è nulla di culturale nella pagliacciata di due miliardari che si picchiano. E continuare a paragonare un evento del genere a eventi culturali è totalmente privo di senso e anche piuttosto offensivo. Spiace che anche Sgarbi indulga in questo errore.

Dall’altra parte spunta Maurizio Gasparri di Forza Italia:

Io contesto l’arroganza di chi non paga le tasse, né in Italia né da altre parti, e si nasconde dietro a un’iniziativa apparentemente benefica. Intanto, anche se dessero 200 milioni di euro per ospedali, l’evento causerebbe guadagni per i social. Dopodiché faccio presente che l’Antitrust italiana ha intimato a Zuckerberg, proprietario di Meta, di fornire entro i primi di ottobre tutti i dati riguardanti i propri ricavi e i propri guadagni in Italia, per poter decidere quali siano le cifre che debba versare agli autori del nostro Paese attraverso la Siae. Pare che  Zuckerberg e Meta si siano rifiutati di fornire qualsiasi dato. Sarei lieto di una smentita basata su fatti e cifre.

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